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LEGISLAZIONE Italia

I Centoautori “scrivono” al pubblico

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Il film più applaudito dell’ultimo giorno della Festa di Roma s’intitola Lettera agli spettatori, dura una manciata di minuti, e l’ha diretto (collettivamente) il movimento Centoautori, nato nel febbraio scorso per volontà di registi, attori, tecnici e maestranze del cinema italiano. Cento di nome, ma non di fatto: il numero – puramente simbolico – è stato superato sin da subito, e sono oltre mille le personalità (più o meno conosciute) che hanno aderito in questi mesi, e ora firmano la video-lettera proiettata durante la cerimonia di chiusura della Festa.

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Destinatario: il pubblico. Lo dice chiaramente – all’inizio del filmato – Riccardo Scamarcio, la star italiana del momento: il simbolo di un cinema che non si piange addosso, ma risponde ai molti attacchi piovuti negli ultimi tempi, prima fra tutte l’accusa di dilapidare fondi pubblici e di peccare di assistenzialismo. Il tentativo (riuscito, a giudicare dall’accoglienza calorosa della platea dell’Auditorium) è fare chiarezza su alcune inesattezze piuttosto diffuse – e alimentate in tempi recenti da qualche quotidiano – che rischiano di creare polemiche e malumori anche (e soprattutto) negli spettatori: gli stessi quotidiani, ricorda il produttore Nicola Giuliano nel film, che ricevono dallo Stato cifre ben più ingenti di quelle stanziate per il cinema.

A fare la parte di chi intasca le sovvenzioni pubbliche, di chi “prende i soldi e scappa”, i Centoautori non ci stanno: ricordano che gli aiuti statali al cinema sono piccola cosa rispetto a quanto previsto non solo per l’editoria e l’industria, ma persino per l’appalto di un paio di chilometri d’autostrada. Sfilano, nei pochi minuti di filmato, i volti familiari degli attori Valentina Lodovini e Corrado Fortuna, dei registi Paolo Virzì e Alex Infascelli (che lamenta il paradosso della tv satellitare, che per i diritti d’antenna sul calcio paga cifre neppure paragonabili a quelle spese per i film), di Laura Morante, che parla del divario tra quanto investe l’Italia e quanto la Francia destina ogni anno al proprio cinema.

E ancora, lo sceneggiatore Andrea Purgatori, le registe Francesca Archibugi e Francesca Comencini, e molte facce sconosciute ma importanti: scenografi, sarte, segretarie di edizione, assistenti alla regia, gente che quotidianamente lavora sul set, ma lontano dai riflettori. La firmano anche loro, la Lettera agli spettatori: per ricordare al pubblico che il cinema è un’industria, che dà lavoro a migliaia di persone.

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