La Torino di Nanni
Il primo obiettivo, catalizzare l’attenzione mediatica, sembra raggiunto: a giudicare dalla conferenza stampa, insolitamente affollata, la scommessa di affidare la guida del 25esimo Torino Film Festival (23 novembre - 1 dicembre) a Nanni Moretti può dirsi vinta.
L’attenzione è tutta per lui: regista, attore, produttore, esercente e distributore, l’autore di Caro diario ricopre per la prima volta la direzione di un appuntamento cinematografico tra i più importanti d’Italia, e dimostra da subito l’intenzione di proseguire nel segno della continuità con il passato torinese: “sono un appassionato del festival, è una manifestazione radicata nella città, e vorrei che qui chi fa il cinema si sentisse a casa. È anche uno spazio importante per il cortometraggio e il documentario, due modi di fare cinema che m’interessano, e che avranno due spazi dedicati, Italiana.doc e Italiana.corti: anche se il centro del programma sarà il concorso”.
La sezione competitiva, riservata a esordienti e opere seconde e terze, conta 15 titoli. Sei gli europei in gara, dai francesi Lino di Jean-Louis Malesi e Naissance des pieuvres [+leggi anche:
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scheda film] di Cèline Sciamma al lettone Volgelfrei (diretto a quattro mani da Janis Kalejs, Janis Putnins, Gatis Smits e Anna Viduleja), e ancora: l’irlandese Garage [+leggi anche:
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intervista: Ed Guiney
intervista: Jean-François Deveau
intervista: Lenny Abrahamson
scheda film] di Lenny Abrahamson, il tedesco Neandertal di Jan Christoph Glaser e Ingo Haeb, e la black comedy norvegese The Art of Negative Thinking [+leggi anche:
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scheda film] di Bard Breien.
L’Italia è protagonista di una seziona ad hoc, Panorama Italiano, che presenterà Vogliamo anche le rose [+leggi anche:
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scheda film] di Alina Marazzi (molto applaudito a Locarno), e quattro anteprime mondiali: l’esordio nel lungometraggio dell’attore Fabrizio Bentivoglio (Lascia perdere, Johnny!), il nuovo film di Peter Del Monte (Nelle tue mani), e due film legati alla tradizione industriale del capoluogo piemontese, In fabbrica di Francesca Comencini (documentario di montaggio sulla classe operaia) e Signorina Effe di Wilma Labate, storia di un amore impossibile sullo sfondo delle lotte sindacali alla Fiat.
Tre le sezioni collaterali ricche di titoli europei: Anteprime, dove alcune distribuzioni italiane offriranno la prémiere di alcune punte di diamante dei loro listini, da Irina Palm [+leggi anche:
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intervista: Sam Garbarski
intervista: Sébastien Delloye
scheda film] di Sam Garbarski (in concorso a Berlino, in sala a dicembre per Teodora), all’irlandese Once [+leggi anche:
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scheda film] di John Carney (distribuito da Eagle Pictures); La zona, sezione dedicata al cinema di ricerca, che proporrà le ultime opere di due autori ungheresi molto amati dalla critica internazionale, The Man from London [+leggi anche:
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scheda film] di Béla Tarr e Milky Way di Benedek Fliegauf; e Fuori concorso, dove arriveranno Farkas del magiaro Tamás Tóth, l’inglese Brick Lane [+leggi anche:
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scheda film] di Sarah Gavron, e – direttamente da Cannes – l’opera seconda di Valeria Bruni Tedeschi (Actrices [+leggi anche:
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scheda film]) e la coproduzione franco-russa Aleksandra [+leggi anche:
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scheda film] di Aleksandr Sokurov.
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