Le nuove sfide del cinema europeo
di Vitor Pinto
Il seminario Nuovo potenziale, nuove opportunità: un passo in avanti per la nuova industria cinematografica europea, organizzato al Parlamento europeo da EGEDA in collaborazione con il deputato Ignasi Guardans (leggi la news), ha dimostrato che il futuro del cinema europeo si sta delineando attraverso una serie di tecnologie avanzate che, al momento, i professionisti del settore non sono ancora in grado di controllare.
Durante le tre sessioni, focalizzate sui temi della VOD (Video On Demand), fonti di finanziamenti e scambi con i paesi non-europei, sono state sollevate numerose questioni, ma poche sono state le conclusioni.
I dibattiti più accesi sono stati quelli legati alla V.O.D., alla lotta alla pirateria e alla possibilità di un modello industriale-commerciale europeo. Il produttore danese Bo Ehrhardt ha dichiarato che la "V.O.D. è una nuova piattaforma che i produttori ancora non controllano. In Danimarca abbiamo creato una compagnia che gestisce tutti i diritti della V.O.D. e le persone interessate devono negoziare direttamente con lei. Questo potrebbe essere un modello anche per gli altri paesi.".
Il manager generale della società UGC Alain Sussfeld, per il quale la V.O.D. è allo stesso tempo "un potenziale ed un pericolo", ha manifestato scetticismo riguardo al futuro delle nuove piattaforme e al loro successo: "moltiplicare le offerte legali non aiuterà a combattere i downloads illegali. La gente è abituata a scaricare gratuitamente"
Durantela seconda sessione del giorno, centrata sui finanziamenti, il regista spagnolo Gerardo Herrera ha criticato apertamente i supporti europei all’industria cinematografica. Secondo Herrera, co-produttore di The Oxford Crimes, il nuovo film di Álex de la Iglesia, non esiste una vera e propria industria europea."Tutto è organizzato attorno all’iter dei film nei festival internazionali. Essi sono per la più parte venduti da compagnie francesi supportate dal programma Media. In Spagna è necessario proteggere i produttori indipendenti e promuovere i benefici fiscali”. Ha dichiarato il regista.
La giornata è terminata con una riflessione sulla cooperazione con i paesi terzi. Jean-Eric de Cockborne, capo dell’Unità Politica dell’Audiovisivo e dei Media della Commissione Europea, ha parlato della possibilità di far partecipare al Programma Media anche i paesi che non fanno parte dell’Unione Europea (oltre alla Svizzera e ai paesi dell’EFTA, che già vi partecipano), o ad un eventuale nuovo programma creato proprio a tale effetto. MEDIA Mundus – dopo Erasmus Mundus – è uno dei possibili nomi.
(Tradotto dall'inglese)
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