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INDUSTRIA Francia

Zero spot sulla TV pubblica: le preoccupazioni dei produttori

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Levata di scudi dei produttori cinematografici francesi contro il progetto di soppressione della pubblicità sulla TV pubblica annunciata dal presidente della Repubblica. Dopo il Blic (Bureau de liaison des industries cinématographiques), l’UPF (Union des producteurs de films), lo SPI (Syndicat des producteurs indépendants) e la SACD (Société des auteurs et compositeurs dramatiques), l’APC (Association des producteurs de films) ha espresso le sue preoccupazioni in una lettera a Nicolas Sarkozy. Ricordando che "il servizio pubblico è una pietra miliare del finanziamento e dell'esposizione (…) del cinema francese" e che ha "la missione di sostenere la qualità e la diversità della produzione cinematografica indipendente", l’APC sottolinea "l'insufficienza attuale dei finanziamenti". Finora, France Télévisions aveva l'obbligo di pre-finanziare i film europei per una cifra pari al 3,2% del suo giro d'affari (ossia 52,9 M€ nel 2007 per 51 lungometraggi francesi coprodotti e pre-acquistati) e si impegnava a diffondere 360 film all'anno su France 2 e 3; un nuovo accordo firmato a dicembre doveva portare il finanziamento al 3,5% da qui al 2010 e la diffusione a minimo 420 film.

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L’idea del presidente della Repubblica di sostituire i proventi della pubblicità (830 M€ all'anno) con una tassazione ancora mal definita sul giro d'affari delle TV private in chiaro (approfittando del trasferimento degli investimenti pubblicitari), degli operatori di telefonia mobile e dei fornitori di accesso a Internet, lascia perplessi i produttori. "Non vediamo come sia possibile riuscirci attraverso i nuovi meccanismi di finanziamento da lei evocati", precisa l’APC, che chiede a Nicolas Sarkozy di riesaminare l'opportunità del progetto laddove i mezzi non siano all'altezza.

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(Tradotto dal francese)

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