BERLINALE 2008 Concorso / Regno Unito
L'orrore degli abusi infantili scuote Berlino
A soli otto anni, Leslie è stata strappata ai giochi, ed è entrata nell'inferno, spesso senza uscita, della violenza sui minori. La sua vita, come quello di migliaia di altri bambini in tutto il mondo, sarà costellata da un dolore senza redenzione: il dolore della strada, della droga e della prostituzione.
Gardens of the night, film-shock di Damian Harris, figlio dell'attore irlandese Richard Harris, e più noto per il noir Cattive Compagnie del 1994, è stato presentato ieri in Concorso alla Berlinale, e ha subito suscitato un forte dibattito su un tema estremamente attuale.
Come riportano i titoli di coda, infatti, per le strade americane vivono circa 1.3 milioni di minori, il 60% dei quali è stato vittima di abusi sin da giovanissimo.
Harris, che alle immagini forti preferisce la durezza dei dialoghi ed una fotografia sporca e iperrealista, realizza però un film molto diseguale, penalizzato da una sceneggiatura assai convenzionale.
Il regista ha dichiarato di essersi documentato approfonditamente prima di passare alla stesura dello script: "Ho viaggiato per gli Stati Uniti, e raccolto materiale, ho incontrato i genitori di bambini scomparsi, ho visitato i dipartimenti per la lotta alla violenza sui minori della Polizia". "La documentazione è confluita in una prima bozza di sceneggiatura, scritta nel 1990. Nel 2006, assieme ai miei produttori, abbiamo deciso di girarlo comunque, in maniera indipendente, e l'ho finanziato io stesso", ha aggiunto.
Gardens of the night, il cui titolo è tratto da una poesia di Robert Bridges, è una co-produzione britannico-statunitense tra La Nuit Americaine Films, Station 3 e Fastback Pictures. Le vendite mondiali sono affidate a Sobini Films, del gruppo Lionsgate Films.
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