12/02/2008

Oggi il pubblico della Berlinale ha potuto rivivere un'appassionata "performance" di Klaus Kinski del 1971 davanti a una platea scandalizzata e turbolenta. Per Jesus Christ Saviour [+leggi anche:
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scheda film], il regista Peter Geyer ha riunito infatti eccezionali documenti d'archivio che testimoniano di un'epoca in cui gli spettatori non volevano più tacere e ascoltare ma far sentire la propria voce.

Film strano questo documentario-spettacolo: il Cristo che Kinski descrive con una voce più forte che mai, che gli fa venire lacrime di rabbia e di passione agli occhi, è un uomo ricercato dalla polizia, un "anarchico" senza patria, senza partito, senza religione, senza chiesa, una "superstar" tumefatta appesa alla croce dei borghesi e dei preti...

Ma Kinski viene interrotto dal pubblico che gli rimprovera il suo denaro e la sua fatuità, e chiede il rimborso del biglietto. Klaus respinge la provocazione e perde la pazienza, perché ha un messaggio da dare. Ricomincia da capo, volge il racconto in prima persona e di nuovo la sala insorge per la violenza del suo messaggio d'amore. "Gesù vi risponderebbe frustandovi in faccia", ruggisce l'attore-messia, in preda a una sostituzione d'identità. Minaccia di interrompere lo spettacolo, ma tiene troppo al messaggio che vuole trasmettere, allora aspetta che i "Farisei" se ne vadano per continuare a predicare davanti a un gruppo di apostoli che sappiano "chiudere il becco".

Alla fine, più che il messaggio da agitatore, è la perfomance-incarnazione che prende allo stomaco, perché se il pubblico del 1971 rimprovera a Kinski l'utilizzo del suo carisma, ciò che rivelano le immagini del film di Geyer è la feroce sincerità dell'artista tormentato.

Jesus Christ Saviour, prodotto dal regista e Kinski Productions, sarà distribuito in Germania da Salzgeber dal 17 aprile, ma non ha ancora trovato distribuzione internazionale.

(Tradotto dal francese)