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USCITE Italia

Schmitt e Piovani a lezioni di felicità

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Autore tra i più letti della letteratura francese contemporanea, e già trasposto al cinema (Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano di François Dupeyron), Eric-Emmanuel Schmitt ha esordito sul grande schermo adattando il suo racconto Odette Toulemonde (leggi anche l'intervista realizzata sul set del film nel 2006).

Il film, distribuito in Italia col titolo Lezioni di felicità [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
(dal 7 marzo, Videa-CDE), è la storia di uno scrittore parigino in crisi creativa e coniugale, che nell’incontro con un’appassionata lettrice belga dei suoi romanzi – l’Odette del titolo originale, interpretata da Catherine Frot – ritroverà l’autostima, e insieme la gioia di vivere.

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Lo spunto, autobiografico, risale a qualche anno fa: “stavo autografando i miei libri, quand’ho incontrato una signora che, proprio come la protagonista del film, è riuscita soltanto a balbettare poche parole, prima di lasciarmi una lettera sul tavolo”, ricorda il regista, “l’ho letta qualche ora dopo, più per noia che per interesse, e mi sono vergognato di aver giudicato ridicolo quel comportamento: il messaggio era magnifico”. Ma guai a pensare che lo scrittore del racconto (nel film è Albert Dupontel) gli somigli: “avrei fatto un ritratto molto diverso, di me stesso. E non somiglia neppure a Bernard-Henri Lévy, come qualcuno potrebbe pensare”.

Nonostante la caratura di filosofo e intellettuale, Schmitt ha scelto di esordire con una commedia surreale: “il mio primo contatto col cinema è stato Walt Disney, e continuo a pensare che si possano amare sia Kant che i cartoon: non mi piace la supponenza con cui certi intellettuali condannano la cultura pop. E infatti per la colonna sonora ho voluto Nicola Piovani, un musicista insieme popolare e sofisticato”.

Il compositore italiano, premio Oscar per La vita è bella di Roberto Benigni, ha spiegato il senso del suo lavoro: “già nello script erano previste alcune canzoni di Joséphine Baker, amatissime dal personaggio di Odette: così ho cercato di creare una partitura che si sposasse bene con quelle musiche. Sono già troppi, i film pieni di brani ottimi, ma che non c’entrano niente l’uno con l’altro!”.

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