Il falsario scatena gli entusiasmi
L'Oscar per il miglior film straniero vinto domenica sera da Il falsario [+leggi anche:
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scheda film] dell'austriaco Stefan Ruzowitzky (leggi l'intervista) ha scatenato gli entusiasmi di tutto il paese: la stampa ha parlato di "euforia" e di "clamore".
Questo adattamento delle memorie di Adolf Burger ("L'officina del diavolo"), che racconta dei prigionieri ebrei costretti dai nazisti a fabbricare banconote false inglesi e americane per indebolirne l'economia, è prima di tutto un'esplorazione dell'"identità austriaca" rispetto a questo momento storico, ha spiegato il regista. Nel ricevere il premio, l'autore ha citato anche la fuga dal nazismo di grandi cineasti come Billy Wilder, Fred Zinnemann e Otto Preminger e si è detto felice che il primo film austriaco a ottenere questo riconoscimento tratti questo tema.
Ma l'importanza di questa vittoria per il paese va oltre. Ruzowitzky spera che essa incoraggi "i registi austriaci a rafforzare il nostro cinema, ad avere maggiore influenza sul governo affinché dia più sostegno all'industria cinematografica". L'effetto Oscar non si è fatto attendere: all'indomani della cerimonia, il ministro della Cultura austriaco, Claudia Schmied, ha invitato l'autore a discutere insieme l'avvenire del cinema in lingua tedesca. "Non basta essere fieri", ha detto il ministro, "bisogna anche trovare il giusto equilibrio per i film europei. Bisogna sostenere i progetti e il potenziale artistico dei nostri registi in tutta Europa".
Da non dimenticare che Il falsario è una produzione in parti uguali con la Germania: sono stati proprio i produttori amburghesi Nina Bohlmann e Babette Schröder di Magnolia Filmproduktion a contattare Ruzowitzky per fare questo film. Quest'ultimo ha poi trovato come coproduttore la società viennese Aichinger Filmproduktion.
(Tradotto dal francese)
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