21/03/2008

Due manifestazioni celebrano, a un mese di distanza l'una dall'altra, la creatività dei Balcani. Se la rinascita rumena è sotto gli occhi di tutti, altre cinematografie della regione si stanno distinguendo nei maggiori festival internazionali, come dimostra l'Orso d'Oro a Il segreto di Esma [+leggi anche:
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intervista: Barbara Albert
intervista: Jasmila Zbanic
scheda film] (Bosnia) di Jasmila Žbanić nel 2006. I Balcani sono artisticamente fertili, e la loro storia in continua evoluzione ne stimola il fermento culturale. Di primo acchito, pertanto, è difficile rintracciare il trait d'union tra queste cinematografie provenienti da regioni che hanno lingue, religioni e tradizioni diverse. Ma è proprio questo che tenteranno di fare le Giornate del Cinema Balcanico, promosse dalla direzione generale Allargamento della Commissione europea, dal 21 al 23 aprile prossimi a Flagey (Bruxelles).

Otto film di registi provenienti da Serbia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Albania e Macedonia saranno proposti al pubblico, da Il segreto di Esma a Father and Godfather del prolifico cineasta albanese Dhimiter Anagnosti (19 lungometraggi dal 1961 ad oggi), passando per Armin di Ognjen Sviličić (Croazia, Germania, Bosnia-Erzegovina) in apertura. Navigando tra cinismo lucido e ottimismo impertinente, gli autori dei Balcani si distinguono, secondo Grégory Mounier, per la loro capacità di "mischiare senza alcun problema la freschezza della giovinezza con la gravità delle cose che fanno soffrire, ma anche riflettere".

Un mese prima, il 27 e 28 marzo, il Festival Balkan Trafic proietta tre documentari musicali balcanici: Against the Stream di Zlatina Rousseva (Bulgaria), Trumpet's Republic di Stefano Missio e Alessandro Gori (Serbia) e Sevdah, The Bridge That Survived di Mira Erdevicki (Bosnia). L’occasione giusta per scoprire le opere di questa regione situata nel cuore dell'Europa occidentale.

(Tradotto dal francese)