Le qualità di Paolo Franchi
Un noir esistenziale, venato di pietas: questo, nelle intenzioni di
Paolo Franchi, il senso profondo della sua opera seconda,
Nessuna qualità agli eroi [+leggi anche:
recensione
scheda film], in concorso all’ultima Mostra di
Venezia. Dopo l’esordio tutto al femminile de La spettatrice,
il regista indaga l’animo maschile, mettendo al centro del film due
uomini anagraficamente lontani, il quarantenne Bruno e il giovane Luca.
Il primo, interpretato da Bruno Todeschini, tiene nascosti alla moglie i debiti contratti con uno strozzino e la scoperta della propria sterilità; e con l’estraneo Luca – che quei segreti sembra conoscerli inspiegabilmente bene – condivide un dolore antico, profondo, legato a filo doppio al nodo irrisolto della paternità.
È un film nutrito di psicanalisi, Nessuna qualità agli eroi: a chi gli chiede di un possibile debito col cinema di Marco Bellocchio, Franchi risponde che “no, non sento nessuna affinità elettiva; di lui amo solo Il diavolo in corpo, perché la dottrina dello psicanalista Massimo Fagioli, sceneggiatore e ispiratore di quel film, è molto importante per me”.
Riferimenti, semmai, si possono trovare nel cinema europeo: “mi vengono in mente i nomi di Bruno Dumont e Michael Haneke”, continua il regista. E il film, non c’è dubbio, somiglia poco al cinema italiano di oggi: intanto per il cast internazionale, dove si segnalano anche Iréne Jacob e Maria De Medeiros, e poi per le ambizioni alte.
Lo conferma Elio Germano, nel ruolo di Luca: “non capitano spesso, personaggi così importanti, che ci permettono di confrontarci con l’eredità di Dostoevskij e di Shakespeare”. Padri nobili della letteratura, ricordati anche dalla Jacob, che nel film ha riconosciuto “le atmosfere kafkiane, e una capacità di raccontare l’inconscio”, e ringrazia Franchi per “la profondità inattesa del mio ruolo di moglie”.
Prodotto dalla sempre più attiva ITC Movie di Beppe Caschetto, Nessuna qualità agli eroi è riuscito nel piccolo miracolo di coinvolgere due concorrenti storici come Rai Cinema e RTI, per la prima volta insieme nei credits di un film come co-produttori: insieme a Bianca Film, col sostegno del MiBAC e con i capitali svizzeri di RTSI e Ventura Film.
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