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CANNES 2008 Concorso / Belgio

Le silence de Lorna: il prezzo di una vita in Occidente

di 

"Il divorzio è troppo rischioso per le indagini, meglio essere vedova". Con Le silence de Lorna [+leggi anche:
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, presentato questa mattina in concorso al Festival di Cannes, i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne hanno proiettato la stampa internazionale al centro dell'universo impietoso dell'immigrazione clandestina. Attraverso il ritratto emozionante di una donna che cerca di realizzare il suo sogno d'integrazione in Europa, deviando verso un ingranaggio criminale dove regna il denaro e ogni forma di compassione è vietata, i registi belgi (già due volte vincitori della Palma d'Oro) proseguono la loro esplorazione dei destini invisibili e precari. Un microcosmo che fa eco a più vaste problematiche sociali sulle quali gli autori evitano di dare giudizi morali, preferendo concentrarsi sull'umano e i suoi misteri.

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Centrandosi per la prima volta su una giovane donna (e non su una post-adolescente come Rosetta o la madre di L’enfant [+leggi anche:
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intervista: Luc & Jean-Pierre Dardenne
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), interpretata dalla rivelazione Arta Dobroshi, i Dardenne raccontano le disavventure di Lorna, un'albanese che si è sposata con Claudy, un tossicodipendente belga (un Jérémie Rénier molto credibile) che cerca di salvarsi. Ma il piano di Fabio (Fabrizio Rongione), rappresentante locale di una rete mafiosa che ha infiltrato Lorna e il suo fidanzato (Alban Ukaj) in Europa occidentale, è ben diverso: "gli facciamo un'overdose". Perché un altro matrimonio bianco con un russo aspetta Lorna e i suoi documenti belgi. Un'operazione che le frutterà 10 000 euro e le permetterà di aprire uno snack-bar.

Ma uno strano affetto e il senso di colpa s'insinuano nello spirito della giovane donna che cerca di salvare una vita, mentre i diversi piani emotivi vanno mischiandosi pericolosamente. Una dura realtà sceneggiata dai Dardenne in maniera astuta per trasmettere inquietudine e girata in uno stile un po' più lontano dai personaggi rispetto alle opere precedenti, pur restando concentrati sui movimenti e i silenzi di Lorna, la donna simbolo dell'immigrazione.

Prodotto dal Belgio al 51% via Les Films du Fleuve con la Francia (39% - Archipel 35) e l'Italia (10% - Lucky Red), Le Silence de Lorna ha beneficiato di un budget di 3,99 M€, che include le coproduzioni della RTBF e di Arte France Cinéma, un anticipo sugli incassi del Centre National de la Cinématographie (CNC), il sostegno della Comunità francese del Belgio, di Eurimages (360 000€) e di Wallimage. Le vendite internazionali sono guidate dai francesi di Celluloid Dreams.

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(Tradotto dal francese)

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