I Centoautori: "No al taglio del tax credit"
"Il decreto legge fiscale approvato dal governo ha cassato con un tratto di penna il tax credit, mentre il Ministro Bondi dichiara che vuole ripristinarlo. Questo provvedimento dell’ultima finanziaria rappresenta la possibilità per il cinema di trovare risorse private sul mercato: una scelta moderna e libera". Il movimento dei Centoautori torna a rivolgere un appello al governo per il cinema italiano. Lo fa per bocca del regista Daniele Luchetti che nell'ambito di un incontro sul cinema d'autore organizzato da Venice Days all'Accademia di Francia a Roma ha letto un comunicato firmato da registi, produttori, sceneggiatori, direttori della fotografia, attori aderenti al movimento.
"Insieme al tax credit sono state eliminate le risorse in favore della digitalizzazione delle sale e i pochi fondi pubblici destinati al nostro settore, che già ne riceveva meno rispetto ad altri dell’economia italiana e comunque molto meno rispetto agli altri paesi europei, proprio mentre la Commissione Europea decide di prolungare l’eccezione agli aiuti degli stati nazionali alla cinematografia fino al 2012", prosegue il comunicato.
"Perché - si chiede il movimento dei Centoautori - quest’attacco pesante al nostro cinema proprio dopo le importanti affermazioni al festival di Cannes? (Frutto di anni di ricerca, dedizione, lavoro portato avanti tra mille difficoltà, dei loro autori e produttori e che con le attuali misure sarebbe reso pressocché impossibile). Soprattutto, perché tagliare via una legge, il tax credit, che è stata rivendicata da destra e da sinistra come un grande risultato dopo anni di tentativi andati a vuoto? Una legge che secondo le previsioni degli economisti nell’arco di poco tempo avrebbe finito per riportare nelle casse dell’erario più soldi di quelli inizialmente non versati dagli eventuali imprenditori privati".
"Il cinema", conclude il documento, "può, deve diventare in questo paese, così ricco di talento nel passato e finalmente di nuovo nel presente, un’industria culturale viva, capace di attrarre risorse anche dalla società. Paradossale che lo si debba ricordare a tanti illustri liberisti. Allora forse è necessario anche ricordarvi, a voi che siete al governo, quanto è importante per l’Italia, e proprio in termini economici, che la sua immagine in Europa e nel mondo sia oggi associabile alla forza, all’originalità, alla bellezza dei nostri film. Nient’altro forse ha lo stesso immediato potere di rinnovare il prestigio del nostro paese: la storia lo testimonia ed oggi è vero più che mai, non c’è perdita possibile quando s’investe nella sua arte, la sua cultura, la sua creatività".
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.