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FESTIVAL Italia

A Pesaro La Marca e l’identità della Sicilia

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I modelli sono ambiziosi: il cinema di Gianni Amelio, e La terra trema di Luchino Visconti. Per La terramadre, l’esordiente Nello La Marca si è ispirato soprattutto a loro. Il film, in concorso ed in anteprima nazionale alla Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro (dopo il passaggio al Forum dell’ultima Berlinale) intreccia due storie d’emigrazione sullo sfondo di un paese siciliano, Palma di Montechiaro, afflitto dalla crisi economica.

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Nato nell’agrigentino (non lontano dai luoghi che racconta) ma palermitano d’adozione, il regista – insieme ai co-sceneggiatori Evelina Santangelo e Sandro Dieli – ha cercato di “ricostruire l’identità collettiva del territorio, attingendo ai racconti dei suoi abitanti”. Nascono così le storie parallele, destinate ad intrecciarsi, di Gaetano ed Alì: un giovane siciliano che non vuol seguire il padre a Mannheim, ed il clandestino naufragato sulle coste dell’isola.

Due figure di migranti che raccontano l’Italia di oggi (terra d’approdo per molti, e di fuga per altri), ma che per La Marca sono anche “la metafora di ’una condizione esistenziale propria di tutta l’umanità contemporanea, che non riesce ad orientare il proprio futuro”.

Fotografato in HDcam da Tarek Ben Abdallah, e poi gonfiato in 35mm, il film è uno dei tre progetti (insieme a The Palermo Shooting [+leggi anche:
trailer
scheda film
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Wim Wenders e Rosso malpelo di Pasquale Scimeca) finanziati con i fondi assegnati dall’Unione Europea alla Regione Siciliana: “Il mio è stato il budget più limitato”, ha spiegato La Marca a proposito dei 500mila euro stanziati per La terramadre, che dovrebbe uscire nelle sale italiane alla fine di settembre.

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