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ISTITUZIONI Francia

Battaglia ai vertici di Unifrance

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Margaret Menegoz si appresta a lasciare a settembre, dopo cinque anni, la direzione di Unifrance, l’agenzia di promozione del cinema francese all'estero; nel frattempo, una lotta senza quartiere si è scatenata per la sua successione. Il conflitto è emerso venerdì scorso al termine dell'assemblea generale dell'istituzione: al centro del dibattito, la questione dello statuto che non permette a un produttore di essere eletto presidente di Unifrance, un obbligo che gli esportatori di film e gli artisti avrebbero voluto veder modificato.

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Ma il voto dell'assemblea generale ha respinto questa modifica, un risultato ottenuto apparentemente grazie alla mobilizzazione massiccia dei produttori e a una soglia difficile da raggiungere, il 75 % dei voti, per poter cambiare lo statuto. In segno di protesta, i collegi degli esportatori e degli artisti hanno rifiutato di eleggere le loro commissioni, il che porta a un blocco dell'istituzione. L'elezione del presidente di Unifrance deve essere infatti ratificata dai rappresentanti di quattro commissioni (Lungometraggio, Cortometraggio, economica e artistica). Un'assemblea generale straordinaria sarà dunque convocata per risolvere rapidamente la situazione; le consultazioni sono già partite, in particolare presso il Centre National de la Cinématographie (CNC), che tutela Unifrance.

Contattato da Cineuropa, Eric Lagesse, che guida le vendite internazionali di Pyramide, spiega: "Alcuni produttori sembrano considerare Unifrance uno strumento di lavoro a loro riservato, mentre invece serve a tutti. Questi produttori, che pertanto non disdegnano il minimo garantito dei rivenditori internazionali, devono cambiare mentalità: bisogna unirsi e porre fine a queste polemiche per il bene di Unifrance. Gli eportatori che lavorano per il cinema francese e che investono in Unifrance - prosegue Lagesse - non presentano nessun candidato alla presidenza. Ma noi ci auspichiamo, come gli artisti, un'apertura (che sarebbe stata ratificata venerdì con un voto di maggioranza semplice e non del 75 %) e di non essere trattati come l'ultima ruota del carro".

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(Tradotto dal francese)

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