Storia, arte e impegno civile nei doc italiani a Locarno
Il Festival di Locarno (6-16 agosto) guarda con attenzione alla non-fiction italiana: oltre a Bruno Oliviero, in concorso tra i “Cineasti del presente” col suo Napoli Piazza Municipio, sono nove i documentari scelti per la sezione “Ici & Ailleurs”, dove si vedranno anche i sei capitoli del ciclo Confini d’Europa di Corso Salani.
I titoli in programma offrono uno spaccato esaustivo, spaziando dai cineasti più conosciuti (su tutti Gabriele Salvatores, autore con Fabio Scamoni e Guido Lazzarini di Petites historias das crianças, sull’impegno umanitario dei calciatori dell’Inter) a nomi meno noti al grande pubblico ma già stimati dagli addetti ai lavori, come Tommaso Cotronei (Preparativi di fuga) e Massimo Coppola (Parafernalia, diretto con Giovanni Giommi)
Anche a livello tematico, la proposta è plurale: indagano la storia recente, e le sue ripercussioni sull’attualità, i due film più attesi. Il sol dell’avvenire di Gianfranco Pannone (ideato col giornalista Giovanni Fasanella) mette a confronto l’Italia di oggi con quella degli anni Settanta, e rintraccia nell’esperienza di una storica comune post-sessantottina di Reggio Emilia, le radici ideologiche di uno dei fondatori delle Brigate Rosse, Alberto Franceschini, e di altri nomi di punta del gruppo terroristico.
Mentre Daniele Gaglianone ha girato Non ci sarà la guerra a Sarajevo e Srebenica, per scoprire cosa resta della guerra nella memoria individuale del ventottenne Zoran e in quella collettiva di due luoghi-simbolo del conflitto jugoslavo.
L’arte e la letteratura sono le protagoniste di Non chiederci la parola di Elisabetta Sgarbi (ascesa al complesso architettonico del Sacro Monte di Varallo, sulle note di Franco Battiato) e Possibili rapporti. Due poeti. Due voci, l’incontro del veterano Nelo Risi con la poesia di Andrea Zanzotto.
L’impegno civile ispira invece CIMAP! Cento italiani matti a Pechino di Giovanni Piperno, sul “folle” viaggio a Pechino di 77 malati mentali e 130 tra operatori, psichiatri, familiari e volontari; e Sognavo le nuvole colorate di Mario Balsamo, la storia drammatica ma piena di speranza d’un bambino albanese emigrato in Italia.
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