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VENEZIA 2008 Concorso / Italia

Pupi Avati, tra nostalgia e orrore psicologico

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L'amore e l'amicizia sono il "rumore di fondo" (come lo definisce lo stesso regista) del cinema di Pupi Avanti, 70 anni tra tre mesi, che ha portato a Venezia Il papà di Giovanna, adattamento per lo schermo del romanzo omonimo da lui stesso pubblicato in contemporanea con la Mostra. In questo caso si tratta dell'amore di un padre per una figlia e quello mancato di una moglie e madre.

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Il papà del titolo, interpretato con la consueta perizia da Silvio Orlando, è uno sbiadito professore di storia dell'arte nella Bologna del 1938 (siamo a due anni dalla decisione di Mussolini di entrare nel secondo conflitto mondiale), il cui unico desiderio è rendere felice la figlia Giovanna (Alba Rohrwacher), diciassette goffa e schiva. Non ci riuscirà mai, anzi i suoi tentativi non faranno altro che accelerare gli eventi drammatici a cui è destinata la ragazza, vittima di un lacerante rapporto non risolto con la bellissima madre Delia (una algida Francesca Neri), tenuta fuori dall'esclusiva relazione padre-figlia e da sempre invaghita del premuroso vicino di casa (Ezio Greggio nel suo primo ruolo drammatico), agente di polizia fascista.

Il feroce omicidio di una compagna di classe conduce Giovanna nell'inferno del manicomio: la giovane regredisce ad uno stadio infantile, ed il padre con lei, mentre la madre si allontana da entrambi, complici la povertà e poi la Guerra.

Avati gira bellissime immagini seppiate della sua città natale, ricostruendo nei minimi particolari a Cinecittà la casa in cui ha vissuto da bambino, e mettendo in scena con un copione estremamente lineare questo agghiacciante horror psicologico. "Se il protagonista vi sembra inquietante lo sono anch'io", spiega il regista ai giornalisti che seguono la Mostra. "Non ho vissuto quel dramma, ma io sono papà di una figlia che in certi momenti della sua vita ha manifestato difficoltà nell'approccio con il mondo, ed anch'io ho cercato di starle accanto, con energia e affetto, anche mentendole per renderla più felice. Ho riversato in questo film tutto quello che so, di bene e di male, sull'essere padre".

Il film, prodotto come sempre dal fratello del regista, Antonio Avati, in collaborazione con Medusa e Sky, sarà distribuito da Medusa il 12 settembre in 250 copie, incrociando le dita sul risultato della competizione alla Mostra.

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