Milk, lo specchio della Turchia che cambia
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scheda film] di Semih Kaplanoglu, titolo turco in concorso quest'anno alla Mostra di Venezia, è il secondo capitolo della trilogia del regista sui mutamenti nella relazione tra una madre e un figlio nella zona più rurale dell'Anatolia, regione sulla costa egea nella quale numerosi sono i cambiamenti in atto.
Milk, co-produzione tra Turchia, Francia e Germania, è incentrato nuovamente sul sensibile Yusuf, più giovane che nell'episodio finale della trilogia, Egg [+leggi anche:
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scheda film] — già uscito ma ultima parte, in ordine cronologico, della vita del protagonista (Honey, il primo capitolo, uscirà per terzo).
L'aspirante poeta Yusuf aiuta la madre vedova vendendo latte e formaggi al mercato. Diplomatosi da poco, cerca di capire come vivere la vita da adulto, nonostante la produzione casalinga di latte lo leghi, anche simbolicamente, alla madre. Con piani sequenza e immagini fisse, Kaplanoglu costringe lo spettatore a ricercare i tanti significati che si nascondono dietro l'intima storia di una madre e di un figlio.
Yusuf è qui interpretato dall'esordiente Melih Selcuk, mentre l'affermata Basak Köklükaya — nota in Occidente per aver partecipato ai primi due film di Ferzan Ozpetek — è la madre Zehra. Il viso di Köklükaya, che ricorda misteriosamente una Madonna rinascimentale, non suggerisce solo quello di una madre definita, ma la metafora stessa della maternità, mentre lo sguardo pensoso dell'affascinante Selcuk allude alla sua natura calma e profonda.
Il film è stato prodotto da Kaplan, compagnia del regista, assieme alla francese Arizona Films e alla tedesca Heimatfilm. The Match Factory si occupa delle vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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