San Sebastián: con El patio de mi carcel la libertà è tra le sbarre
di Carlo D'Ursi
Belén Macías ha limitato lo spazio scenico fino al ridurlo al patio di un carcere. Dopo due cortometraggi di successo internazionale, Mala Espina e El Puzzle, quest'ultimo nominato al Premio Goya, la regista presenta il suo primo lungometraggio al Festival di San Sebastián nella sezione ufficiale.
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scheda film] era uno dei titoli più attesi. Una
storia di donne: donne escluse, donne recluse. Una rapinatrice, Isa;
una zingara uxoricida, Dolores; una prostituta innamorata, Rosa; una
donna capace di tutto per amore, Ajo; una colombiana innocentemente
colpevole, Luisa. Ed è la storia anche di Mar, una funzionaria
carceraria decisa a cambiare le regole con spirito da Antigone. El
patio de mi carcel ricalca la storia vera del gruppo di teatro
“Modulo 4”, composto interamente da recluse, che provocò una
modifica radicale della legislazione penitenziaria spagnola negli
anni Novanta.
Belén Macías ha dimostrato a San Sebastián di essere una regista matura e coraggiosa. Circondata da un cast d’eccezione, capeggiato da Veronica Echegui e Candela Peña, la regista madrileña ha dipinto un quadro umano devastante, claustrofobico. Produttori e attori di prestigio mondiale hanno abbandonato il glamour della red carpet per assistere alla prima proiezione del film nel teatro Principe, riservata ai giornalisti. Il silenzio interrotto solo da brevi singhiozzi alla fine del film è stato di una eloquenza brutale. Questo film è arrivato diretto al petto come un dardo incandescente per esplodere nel cuore.
Prodotto da Augustín Almodóvar per El Deseo e distribuito a livello internazionale da Pathè International, El patio de mi carcel si candida senza mezzi termini alla Concha de Oro.
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