San Sebastián: la sopresa di Pandora
di Carlo D'Ursi
La variopinta giuria del Festival di San Sebastian, composta da Jonathan Demme
(USA),Michael Ballhaus (Germania), Martina Gusman
(Argentina), Masato Harada (Giappone), Nadine Labaki
(Líbano), Clare Peploe (UK), Leonor Watling (Spagna) ha
spiazzato anche le più coraggiose cabale, attribuendo la
Concha de Oro al film Pandora's Box [+leggi anche:
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scheda film], della regista Yesim
Ustaoglu, una coproduzione tra Ustaoglu Film Yapim (Turchia), Les
Petites
Lumieres (Francia), The Match Factory (Germania), Silkroad
Production (Francia), e Stromboli Pictures (Belgio).
Il film è stato realizzato grazie al
supporto di pressocchè tutti i fondi europei destinati
alla promozione cinematografica, tra cui Eurimages, MEDIA,
Balkan Fund, Cross Road e i Ministeri di cultura della
Turchia, della Francia, della Germania e del Belgio. Una decisione, quella della giuria, in controtendenza con l’opinione
del pubblico, che durante le proiezioni ha fatto notare il suo dissenso.
Concha de Plata al miglior regista per Michael Winterbottom per il suo Genova [+leggi anche:
recensione
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scheda film],
mentre la
menzione speciale della giuría è andata al film iraniano
Two Legged Horses [+leggi anche:
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scheda film] di Samira Makhmalbaf. Doppio premio per El nido vacio di
Daniel Burman, che porta a casa miglior attore (Oscar Martínez) e miglior fotografía. Il
premio alla migliore attrice è stato attribuito ex-equo a
Melissa Leo per Frozen River (USA) e alla veterana Tsilla
Chelton per Pandora's Box.
San Sebastián si conferma un festival che, rispettando il suo spirito rivoluzionario nato durante il franchismo, dedica speciale attenzione agli autori più che al pubblico. Una scelta coraggiosa e in controtendenza, a poche settimane dall'inizio della Festival del Film di Roma.
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