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INDUSTRIA Belgio

Diffusione del cinema belga francofono: gli interrogativi

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Aria battagliera al FIFF, dove martedì scorso 30 professionisti belgi di ogni settore si sono succeduti a un ritmo sfrenato sulla scena del festival, portando in primo piano una problematica ricorrente: perché i film belgi francofoni hanno successo all'estero ma non in Belgio? E soprattutto, cosa si può fare, non tanto per invertire la tendenza, ma per trovare un equilibrio?

Tutte le maglie della catena erano presenti, dall'autore all'esercente, passando per i produttori, i distributori, i legislatori, le emittenti. Organizzato dal FIFF insieme agli esperti del settore, questo pomeriggio di riflessione aveva lo scopo non di censire le abituali lamentele, ma di stimolare riflessioni approfondite, che saranno oggetto di studi da parte dei gruppi di lavoro che partiranno a novembre. Questi laboratori saranno presieduti da Luc Jabon, sceneggiatore e presidente della SACD Belgio, Philippe Kauffman, produttore presso La Parti, Patrick Quinet, produttore e presidente dell'Unione dei Produttori di Film Francofoni, e infine Philippe Reynaert, giornalista e direttore di Wallimage.

Sebbene gran parte delle osservazioni fossero già note, questo incontro ha permesso a tutti i professionisti presenti di comprendere in poche ore le sfide rispettive di tutti i comparti che compongono la grande famiglia del cinema. Come possono, in effetti, un autore che gira un film ogni due anni, un produttore che fa quattro film all'anno, un distributore che lancia 50 film all'anno e un esercente che mostra 250 pellicole all'anno, trovare soluzioni comuni per migliorare la visibilità del cinema belga? Questa prima constatazione, quella delle rivendicazioni settoriali, ha permesso di sottolineare l'importanza del considerare le realtà economiche di ciascuno degli attori del mercato, per fare progressi.

(Tradotto dal francese)

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