Le Plaisir de chanter alla ricerca della nota giusta
Il piacere di cantare viene investigando. O così pare per i protagonisti di
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scheda film] di Ilan Duran Cohen, allievi, sotto mentite spoglie,
di un pittoresco corso di canto lirico che si rivela poco a poco un vero e
proprio covo di spie. Il film, presentato in concorso nella Selezione
Ufficiale del Festival di Roma, è una riuscita "commedia anti-romantica",
per dirla con il suo regista, che mischia risate e thriller, leggerezza e
malinconia, nel rispetto di quello che ormai sembra essere diventato un leitmotiv di questa edizione: la commistione dei generi.
Degna di nota l'interpretazione di Jeanne Balibar nelle vesti della stralunata Constance, vedova di un faccendiere che si ritrova, suo malgrado, a custodire i segreti del marito e, per questo, a diventare il fulcro di un'atipica spy story, condita da vocalizzi, incontri erotici e riflessioni varie sul tempo che passa. "In questo film volevo parlare di musica, di una coppia moderna e soprattutto della perdita dell'innocenza", ha spiegato Duran Cohen.
Il film, in effetti, è percorso da un'ossessione per la gioventù perduta, o quasi, che colpisce in modo diverso tutti i protagonisti: troppo tardi per la cinica spia Muriel (Marina Foïs) per avere figli; troppo tardi per Constance per diventare cantante pop; troppe rughe per lo gigolò Julien (Julien Baumgartner) per attrarre nuovi clienti; ma anche troppo presto per l'agente segreto Philippe (Lorànt Deutsch) per avere problemi d'impotenza.
"Tutti i personaggi sono alla ricerca della nota giusta, ossia della verità, e la stanza dove si riuniscono per cantare si trasforma in un luogo in cui tutto si ferma per accordare e liberare i corpi e le anime", ha aggiunto il regista di questo film ricco, oltretutto, di disinvolte scene di nudo e di dialoghi arguti.
Prodotto da Mille et Une Productions, Le Plaisir de chanter è venduto nel mondo da Pyramide International, ma non ha ancora un distributore italiano.