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FESTIVAL DI ROMA Francia / Polonia / Italia

Battiato racconta l'orrore di Srebrenica con Résolution 819

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"Résolution 819 ricorda La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo, per il modo di raccontare una storia vissuta come se fosse realtà". Il complimento suona ancora più lusinghiero, detto da una maestro del cinema come Ennio Morricone, autore della colonna sonora del film di Giacomo Battiato in concorso oggi al Festival Internazionale del Film di Roma. Prodotto da Francia, Polonia e Italia, il film racconta la storia vera di un poliziotto di 34 anni francese, Jacques Calvez (interpretato da Benoit Magimel) che viene inviato dall'Alta Corte di Giustizia de L'Aja per scoprire che cosa sia realmente accaduto nel luglio del 1995 nella città bosniaca di Srebrenica e quale sia stato il destino degli scomparsi.

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"La strage di Srebrenica, in cui furono truicidati ottomila uomini e violentate migliaia di donne dalle milizie serbo-bosniace davanti ai caschi blu olandesi impotenti, alcuni dei quali hanno anche ricevuto la medaglia d'oro per il coraggio mostrato, è passata quasi inosservata - spiega Giacomo Battiato -. E' la prova di quanto confusa fosse la situazione in quel paese e quanto pazzesca fosse quella guerra civile: da noi tutto veniva messo, mediaticamente nel calderone del conflitto dei Balcani e non riuscivamo piu' a distinguere nulla".

Un oblio che ha spinto il regista italiano a girare questo viaggio all'inferno condotto dal poliziotto che per sei anni si è battuto per scoprire le innumerevoli fosse comuni e trovare le prove delle torture e dei crimini commessi dagli uomini di Karadzic e Mladic.

Un film e non un documentario su Srebrenica perché "preferisco passare attraverso esseri umani che rivivono certe situazioni e stanno dentro al dramma e possano provocare una ribellione emozionale ed emotiva nello spettatore", spiega il regista che sta scrivendo ora una storia di terrorismo ambientata in Palestina a fine anni Ottanta.

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