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INDUSTRIA Europa

Sale digitali: la Francia propone un'alleanza europea

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In occasione della conferenza annuale del circuito di sale Europa Cinemas che si è chiusa ieri a Parigi, la direttrice generale del Centre National de la Cinématographie (CNC), Véronique Cayla ha invitato i paesi europei ad unirsi per creare un rapporto di forza favorevole rispetto alle major americane, al fine di finanziare la digitalizzazione delle sale del Vecchio Continente. Alcuni estratti del suo intervento.

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"Sono molto ottimista riguardo al futuro delle sale cinematografiche, perché più schermi individuali si hanno nella propria vita, più si sente il bisogno di ritrovarsi insieme per condividere emozioni comuni. Viviamo nel mondo dell'immagine e c'è una richiesta continua di opere e di programmi. Detto questo, la sala cinematografica, sta vivendo un periodo di trasformazione molto delicato che può portare al meglio, ma anche al peggio. Il digitale può portare a una circolazione più facile dei film e a un numero infinito di sottotitoli per ogni copia. Ma lo scenario può essere anche una divisione tra i circuiti di sale in Europa: alcuni sarebbero attrezzati con le migliori tecnologie di diffusione del cinema "mainstream", mentre altri rimarrebbero indietro per motivi economici, diffondendo il cinema più fragile, ossia il cinema europeo che rischia l'emarginazione.

Come si può evitare questo? Sul piano tecnico, bisogna avere un unico standard (2K) e assicurarsi che i materiali siano compatibili (oggetto, questo, dei test quotidiani effettuati dal gruppo di lavoro franco-tedesco). Sul piano economico, la situazione è più complicata: si fatica a costruire un "business-model" e il finanziamento incontra alcuni ostacoli. Tutti sono d'accordo che la parte maggiore spetti ai distributori, come negli Stati Uniti. Ma in Europa, la quota di mercato del cinema americano è di circa il 60 % attraverso le filiali di distribuzione delle major. Dovrebbero essere queste, quindi, a pagare. E negoziare in ordine sparso (paese per paese o circuito per circuito) creerebbe un rapporto di forza sfavorevole.

Bisogna seguire uno schema a livello europeo. Le banche sono indispensabili, e quella che ha il profilo ideale è la Banca Europea d'Investimento. Inoltre, in Europa esiste un circuito di sale molto denso. Per preservarlo, bisognerà ricorrere anche a finanziamenti pubblici (locali, regionali, europei). Bisogna muoversi tutti uniti per avere un rapporto di forza sufficiente a far pagare ai distributori la loro parte. In Francia, potremmo compiere questa transizione da soli, ma non è quello che vogliamo. La diversità non appartiene a un solo paese: ci vuole unione tra i paesi europei perché circoli e si sviluppi il cinema europeo".

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(Tradotto dal francese)

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