Torino FF: A Napoli Piazza Municipio con Bruno Oliviero
Piazza Municipio, Napoli. Il luogo, lo suggerisce il nome, è uno dei centri della vita politica della città: “Ma questo spazio vastissimo voluto dal Fascismo, con la Stazione Marittima sullo sfondo, non ha mai avuto la socialità tipica delle piazze italiane: piuttosto è stato un trampolino per mandare gli italiani in America”, spiega Bruno Oliviero, che in Napoli Piazza Municipio (presentato a Locarno, e ora in concorso al Torino Film Festival, sezione “Italiana.doc”) compone in un mosaico di suoni e immagini – senza mai affidarsi alla voce fuori campo – “gli elementi eterogenei" che hanno incuriosito il suo sguardo.
A cominciare da chi in quel luogo vive e lavora: uomini e donne (“Mantenendo però una certa distanza dalle persone che filmavo”), animali (“I cani che ho ripreso sono delle celebrità, a Napoli li conoscono tutti”), istituzioni pubbliche. Accompagnato dal jazz di Riccardo Veno, il documentario restituisce una realtà complessa, “stratificata come quella che emerge da uno scavo archeologico, e fatta di mondi diversi che si incrociano”.
Tutto nasce “dal desiderio di leggere dietro l’evidenza, di scoprire i segreti nascosti in un bar o nei camerini del Teatro Mercadante, di attraversare le soglie di questi posti per svelare le memorie che custodiscono”, continua Oliviero, che assicura di aver cercato “l’immediatezza più che la sociologia”.
Per trovarla, e per completare il film, ha impiegato cinque anni. “Montare la produzione di un documentario è complicato”, lamenta il regista, che per quest’ultimo lavoro ha potuto contare sullo stesso tandem (co)produttivo – l’italiana Indigo Film e la francese Point du Jour – del suo precedente Odessa, diretto con Leonardo Di Costanzo.
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