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USCITE Italia

Desplechin: "Deneuve la migliore, la più insolente"

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"Ho scelto Catherine Deneuve perchè è la migliore e la più insolente tra le attrici francesi". Arnaud Desplechin sorride di questa definizione della diva d'oltralpe per eccellenza, Premio Speciale all'ultima edizione del Festival di Cannes, dove era in concorso il film del regista 48nne che la vedeva protagonista, Racconto di Natale [+leggi anche:
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Una definizione perfetta per la Junon del film, madre poco materna in attesa di un trapianto di midollo osseo, che si trova a fare i conti con la sua variegata famiglia alla vigilia del Natale (leggi il nostro articolo dal festival di Cannes). "Non ho pensato a lei mentre scrivevo la sceneggiatura", spiega Desplechin in un incontro con Cineuropa all'ambasciata di Francia a Roma, " ma quando le ho proposto la parte era molto interessata a questo rapporto amoroso con Jean-Paul Roussillon, considerato che i mariti dei suoi ultimi film non erano affatto adatti a lei!".
BIM porta Racconto di Natale nelle sale italiane in 40 copie il 5 dicembre, proprio sotto quelle feste che il film vuole demitizzare. "Beh si, ho avuto un'educazione cattolica e quando scrivo mi chiedo a quale religione appartengano i miei personaggi, se siano cattolici o ebrei. Ho pensato al kitch natalizio, a quella generosità che si esprime in occasione del Natale che trovo davvero orribile".

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Il personaggio che spicca maggiormente nel film è uno dei figli di Junon, Henri, interpretato da Mathieu Almaric, un attore che sta finalmente assaporando la notorietà dopo Lo scafandro e la farfalla [+leggi anche:
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e Quantum of Solace [+leggi anche:
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. "Conosco Mathieu da tempo, apparteniamo alla stessa generazione. Quando gli ho chiesto di essere il Paul Dédalus del mio Comment je me suis disputé... (ma vie sexuelle) nel 1996 gli ho detto: Fai attenzione perchè se accetti la tua vita cambierà! E avevo ragione."

Facciamo notare a Desplechin che il Club dei 13 teme per il cinema d'autore francese. "Sono vicino a Pascale Ferran, ma mi sembrano argomentazioni ideologiche. In Francia siamo fortunati, le istituzioni ci sostengono. L'unico rischio per il cinema arriva da se stesso. E' il rischio di chiudersi in se stesso".

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