email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

FESTIVAL Repubblica Ceca / Polonia

Al Trieste Film Festival The Karamazovs operai in fabbrica

di 

Guarda le video-interviste realizzate al Trieste Film Festival

Dopo Joyce, oggetto di un omaggio filologico e prezioso, è Dostoevskij lo scrittore più “influente” del Trieste Film Festival. Ben due gli adattamenti de “I fratelli Karamazov” proposti in questi giorni: oltre a quello storico (I fratelli Karamazoff) firmato nel lontano 1947 da Giacomo Gentilomo, in concorso si è visto il più inconsueto The Karamazovs [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
del ceco Petr Zelenka, premiato col FIPRESCI all’ultimo festival di Karlovy Vary.

Di insolito, per cominciare, c’è la location, la stessa acciaieria di Cracovia in cui Andrzej Wajda girò L’uomo di marmo: qui, tra gli operai che lavorano, una compagnia di attori praghesi in trasferta polacca è chiamata a mettere in scena una riduzione teatrale del romanzo di Dostoevskij (firmata da Evald Shorm, nome di punta del cinema ceco degli anni ’60, costretto al silenzio dal regime comunista e scomparso nel 1988). I rapporti tra gli interpreti sono tesi, ma la lunga prova generale (che coincide con la durata del film) è turbata soprattutto dalla tragedia che in quei momenti sta vivendo l’addetto alla manutenzione della fabbrica (Andrzej Mastalerz): suo figlio, caduto da un ballatoio, è in fin di vita, e più la recita va avanti, più l’uomo e i suoi colleghi sentono che quel testo recitato tocca le loro corde più intime.

Affidato ad un magnifico cast corale (guidato da Ivan Trojan, già al fianco di Zelenka in Wrong Side Up), il film è persino vertiginoso nel suo intrecciare, senza soluzione di continuità, il piano della messa in scena e quello della realtà; la sceneggiatura cita fugacemente la storia di questi anni – Lech Walesa, Papa Woytila, una stilettata ad Emir Kusturica – ma non cede alla tentazioni di attualizzare il testo: piuttosto, all’autore interessa l’eco delle parole dei Karamazov in un contesto inedito, un inferno siderurgico insieme maestoso e mostruoso, trasfigurato dagli eleganti movimenti di macchina (accompagnati dalla colonna sonora del premio Oscar Jan Kaczmarek) e dalla fotografia di Alexander Surkala.

Prodotto per la Repubblica Ceca da První Verejnoprávní, il film si avvale dei capitali polacchi di Warsaw Pact Film Production e del sostegno di Ceská Televize, Polish Film Institute ed Eurimages; vendite internazionali affidate a Cinepol.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy