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FILM / RECENSIONI

In the Electric Mist

di 

- L'affascinante thriller di un regista europeo che si appropria dei codici del genere poliziesco americano per creare un'opera sottile e brillantemente interpretata

Da sempre attratto dal cinema americano, il regista francese Bertrand Tavernier ha attraversato l'Atlantico con la sua società di produzione Little Bear per portare la sua cinepresa nel cuore della Louisiana e adattare il cupo romanzo poliziesco In the Electric Mist with Confederate Dead di James Lee Burke. Svelato in concorso all'ultimo festival di Berlino, il risultato di questa immersione nelle acque stagnanti del Mississippi mantiene tutte le sue promesse: sotto forma di un classico film poliziesco, In the Electric Mist [+leggi anche:
trailer
intervista: Bertrand Tavernier
scheda film
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si rivela un'opera dall'atmosfera sottile.

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Mescolando finemente alcuni elementi esplosivi della storia passata e recente del Sud degli Stati Uniti, dalla corruzione economica mafiosa ai crimini razziali, dalla diffusa prostituzione alle devastazioni dell'uragano Katrina, passando per strane incursioni nell'irrazionale per mezzo dell'alcol, il lungometraggio in lingua inglese del regista francese mostra una percezione profonda del clima deleterio che regna in Louisiana. Un'immersione negli abissi umani che beneficia del talento eccezionale del suo interprete principale, Tommy Lee Jones, che restituisce alla perfezione le contraddizioni di Dave Robicheaux, ispettore dai metodi poco ortodossi che flirta con le frontiere del male nella sua lotta per il bene ("Uomini avidi e cattivi distruggono il mondo nel quale siete nati").

Partendo dalla scoperta del cadavere di una giovane donna vittima di quello che sembra essere un serial-killer, il racconto (sceneggiato da Mary Olson e Jerzy Kromolowski) segue l'inchiesta condotta quasi in solitario dal laconico e cattolico Robicheaux, ex alcolista che vive presso il Mississippi con la moglie e la figlia adottiva. Mosso dall'intuizione che il caso coinvolga un suo vecchio compagno di scuola, Julie "Baby Feet" Balboni (John Goodman), un mafioso riciclatosi nelle lucrose operazioni di ricostruzione post-Katrina, che investe i suoi soldi nella produzione di un film girato in quei luoghi, Robicheaux solca la regione alla ricerca di una pista. La sua strada incrocia quella della star del cinema Elrod Sykes (Peter Sarsgaard) che lo conduce a un altro cadavere, vecchio di 40 anni, quello di un nero incatenato immerso nel pantano di una riserva indiana. Due inchieste parallele che finiranno per intrecciarsi, mentre altri fantasmi del passato faranno la loro strana comparsa, insieme ad allucinazioni raffiguranti soldati dell'esercito confederato.

Rispettando tutti i codici di un film di genere americano ben ritmato e non privo d'azione, Bertrand Tavernier vi aggiunge un approccio iperrealista che dà grande consistenza a tutti i personaggi brillantemente interpretati (da segnalare tra gli attori anche il bluesman Buddy Guy) e a un'ambientazione mortifera che mischia bellezza e decadenza. Un'atmosfera affascinante e inquietante dove si distinguono il notevole lavoro sulla luce del direttore della fotografia Bruno De Keyzer e le musiche composte da Marco Beltrami. Constatando in modo disperato come le turpitudini umane siano spesso guidate dalla bramosia di denaro, In the Electric Mist esplora in modo impressionista l'eterna lotta dell'anima contro la sua parte oscura, una lotta senza quartiere che un cineasta di talento come Tavernier può trasporre ovunque nel mondo, in una forma o nell'altra, compresa quella di un film poliziesco in piena regola.

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(Tradotto dal francese)

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