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Jacques Toubon, Membro del Parlamento europeo

Intervista - Elezioni europee 2009

Le priorità per il cinema nella prossima legislatura: riforma delle Istituzioni, regolamntazione della distribuzione online

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Elezioni europee: le priorità per il cinema nella prossima legislatura

Jacques Toubon, deputato fancese membro del Gruppo del Partito popolare europeo, ex ministro della cultura e della francofonia dal 1993 al 1995, presidente del fondo Eurimages del Consiglio d'Europa dal 2002. Intervistato da Yvon Thiec.

Esiste un cinema europeo o è più opportuno parlare di diversi cinema nazionali ?
C’è un modo di fare cinema in Europa che è propriamente europeo. È il modo di produrlo, finanziarlo, scriverlo e realizzarlo, è il rapporto tra autori, produttori, registi, che può essere definito specificatamente europeo. Dall'altra, assistiamo al ritorno di un cinema ungherese, inglese, e ancora spagnolo, ed questo tipo di cinema che è particolarmente amato dagli europei. I francesi amano i film di produzione spagnola, gli inglesi invece amano quelli italiani...

Quali sono le caratteristiche del cinema europeo?
Nel cinema europeo ritroviamo facilmente le distinte identità nazionali. I temi non assomigliano a quelli statunitensi, spesso più universali e generici, semplici in termini di sentimenti e intenzioni; gli europei sono più complessi -è proprio dello stile cinematografico europeo- e queste complessità sono i punti di forza di un "fare cinema" che bisogna preservare, in un mondo che cerca di sopprimere la diversità.

Quali sono le priorità della prossima legislatura?
Nelle istituzioni europee in generale e nel Parlamento in particolare, si riscontra un’indifferenza diffusa riguardo alla proprietà intellettuale e artistica e ai diritti d’autore in particolare. Un vero peccato.

Come se lo spiega?
Credo che il Parlamento intervenga su molte e distinte questioni, diritti compresi, avendo innanzitutto in mente il "consumatore", che, nell'ambito della cultura, viene definito l"utilizzatore finale". Quindi, partendo dal presupposto che alle Istituzioni sta maggiormente a cuore il consumatore, tutto il lavoro che a monte - la catena di produzione e di diffusione di prodotti artistici- viene dimenticato. Per quanto mi riguarda, propongo due cose: un approccio pedagogico, poiché credo che sia necessario conoscere e approfondire meglio questi settori, tra cui l’edizione; secondo, penso che le istituzioni europee debbano essere ripensate. Oggi nelle politiche della Commissione Europea, il problema della proprietà intellettuale viene appena citato. Fortunatamente da un anno a questa parte, la Commissione ha creato una direzione che si occupa di proprietà intellettuale, ma questa viene trattata nell'ambito del mercato interno, non della direzione che si occupa di cultura ed è chiaro che il suo ruolo ha un peso specifico meno significativo rispetto, ad esempio, alla direzione generale per l’informazione. La priorità quindi, per quanto possano sembrare cavilli tecnici o giuridici, è questa (il "come" e il "dove" si affrontano le questioni relative alla proprietà intellettuale nelle Istituzioni n.d.t.). C’è poi un secondo aspetto: la vera sfida per il cinema europeo, ripetendo chiaramente che esiste un cinema europeo, è che pur avendo i mezzi per produrre, in particolare in Francia ma non solo, la vera sfida è la diffusione, la distribuzione. È vero infatti che gli slovacchi vedono i film francesi, i francesi quelli svedesi, ecc… Ma sappiamo anche che meno del 10% dei film nazionali circolano negli altri paesi europei. Per questo, a mio avviso, bisognerebbe intervenire per correggere questa tendenza, perché quando i sistemi classici di distribuzione saranno superati da quelli in linea, sarà già troppo tardi per riflettere sulla questione. Verranno distribuiti in linea quei prodotti di massa, i blockbusters o i grandi successi mentre tutti i film d’autore (in senso lato) passeranno alla tagliola, e avranno ancora più difficoltà ad essere visti. Penso quindi ad una soluzione che è spesso stata presa in considerazione dai cineasti europei: cercare di creare, con l’aiuto della Commissione e degli Stati, una major europea di distribuzione. Esiste la United Artists, quindi perchè non fare una European United Artists? Questo sarebbe il passo ideale per un’epoca che sogna e sostiene il progresso per il cinema europeo.

Qual è l’ultimo film che ha visto?
E’ stato il film di Yamina Benguigui, una regista che è soprattutto conosciuta come regista di documentari, il film è Aïcha. E’ la storia di una giovane ragazza francese di origine algerina che vive a Bobigny e che cerca di entrare a Parigi senza però riuscirci. Il film mostra come gli individui di origine immigrata vengano tutt’ora marginalizzati. Credo sia un film molto attuale, politicamente scorretto riguardo al discorso generale dell’integrazione, ma è molto bello. L’ho visto e mi è piaciuto molto.

Guarda le altre interviste:

Gérard Onesta, deputato francese del gruppo Gruppo Verde/Alleanza libera europea, Vicepresidente del Parlamento europeo, è responsabile del Premio Lux.

Ruth Hieronymi, deputata tedesca del gruppo del Partito popolare europeo, è stata membro della Commissione per la cultura e l'istruzione, portavoce del gruppo PPE-DE per la politica dei media, presidente dell'intergruppo per la politica audiovisiva e.rapporteur del Programma MEDIA 2007-2013 e del Programma MEDIA Mundus.

Gyula Hegyi, deputato socialista ungherese, giornalista e critico cinematografico, è membro della Commissione cultura del Parlamento Europeo.

Ignasi Guardans, deputato catalano, è stato membro del Parlamento Europeo fino al maggio 2009 nel gruppo Liberale. È stato membro della Commissione cultura e in temi audiovisivi ha lavorato principalemente sul rinnovo della Direttiva televisione senza frontiere. Attualmente dirige l'ICAA (Istituto della Cinematografia e delle Arti Audiovisive).

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