Tilda Swinton - attrice
Intervista - Venice Film Festival
Il ritratto di un amico
di Federico Greco
Luca Guadagnino ha portato a a Venezia, in Nuovi Territori, The Love Factory - un ritratto dell'attrice-icona di Derek Jarman.
"Beh! Tu non ti aspetteresti che una conversazione fatta con un vecchio amico possa finire come un film al Festival di Venezia. Perciò in questo momento mi sento un tantino vulnerabile, ma è una cosa "socratica" essere qui questa sera. La verità è che potresti riprendere qualsiasi conversazione e sarebbe interessante. La gente è piuttosto interessante. Si potrebbe pensare ogni momento di fare un film. Abbiamo impiegato 45 minuti per fare questo film e quindi…"
[Luca, ndr.] "non ha faticato molto a convincermi. L’idea di fare questo film mi solleticava perché la sentivo come una sfida a provare e [ride], Vedi?!! Sta succedendo ancora, stai facendo un film proprio adesso… Bhe, sai, ci si stanca facilmente degli artifici e così si cerca di fare qualcosa di autentico. [ride]. Ecco cos’è questo film. Questa è la sua chiave di lettura".
"Voglio dire in termini pratici: se tu mi stessi riprendendo adesso con una macchina da 35mm, saremmo circondati da una miriade di persone, tecnici, microfonisti… e non potresti mai ripetere la scena. Con la 35mm c’è bisogno di essere molto più precisi. A meno che non sei Tom Cruise che può fare quello che vuole, penso, sì, con lui è molto diverso”.
"C’è qualcosa di molto intimo in questo, non, non mi riferisco alla videocamera in se stessa, anche se il fatto che sia piccola aiuta, o forse no… Anzi forse sarebbe meglio se fosse più grande. C’è soltanto una persona qui con me, sto guardando l’obiettivo e parlando a una sola persona. Questo aiuta. Mentre Luca girava c’erano tre persone addormentate sul divano: tutte le persone che vengono elencate nei titoli di coda russavano nella mia stanza d’albergo a Cannes. Veramente molto organizzati!"