di Federico Greco e Camillo De Marco

Casablanca Film Production Group - Ljubjana - Slovenia

“Alla base della mia esperienza: sono stato il coproduttore di No Man’s Land [+leggi anche:
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scheda film], posso dire così. Ma credo che questi mercati abbiano una differenza culturale e una differenza economica e penso che sia una questione politica più che culturale. Perché noi in Slovenia vediamo praticamente tutta la crème della produzione, della produzione cinematografiche mondiale e posso dire che una cultura come quella africana o quelle Latine e altre stiano emergendo e credo che questo sia un buon segno per aprirsi in modo universale. Cioè, credo che il futuro sia di essere aperti. E di avere un mercato aperto.
Nel nostro Paese il problema principale riguardo alla produzione cinematografica è che il film non è l’asse portante della cultura, il cavallo da corsa della cultura, come dico io. Siamo più il Paese che dà spazio ad una idea teatrale della cultura, o pittorica o grafica, e così via. I film non sono mai stati in cima alla classifica, sicuramente c’è una nuova politica culturale siamo dall’anno scorso, dal 2001, membri di Eurimages e la produzione in questo modo si apre. Credo che ogni anno abbiamo a disposizione piccole somme per la coproduzione di film, e questo è un inizio.
E ora diventiamo membri di questo club e membri di altre associazioni e penso sia davvero una questione di contatti: di conoscerci, di tornare vicini come era in passato. Specialmente nel settore produttivo.
Ho letto buone sceneggiature, ma avere ottime sceneggiature è come vincere alla lotteria, perché ricevo script da ogni parte, ma Non Man’s Land era molto semplice, molto classico, per dirne una. Ora ho due o tre sceneggiature in cui credo, ma devo convincere alcuni altri coproduttori a crederci quanto me”.