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Nicholas Philibert - regista

Intervista

Il regista francese Nicholas Philibert parla del suo film Être et Avoir

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di Federico Greco

Il regista francese Nicholas Philibert parla del suo film Être et Avoir.

Questa scuola assomiglia a quelle che ha conosciuto da ragazzino?
“Assolutamente no. Ho sempre vissuto in città e ho dei pessimi ricordi della scuola. Ero infelice, ansioso e non riuscivo ad adattarmi al regime scolastico, tanto che i miei genitori mi hanno cambiato di scuola ogni anno. Grazie a questo film ho avuto la possibilità di riconciliarmi con essa”.

Com’è nata l’idea di raccontare una scuola di questo tipo?

“Non sono uno che cerca il soggetto giusto, lascio che l’idea maturi da sola. Avevo voglia di parlare della scuola, dell’apprendimento della lettura e del mondo rurale, e ho desiderato realizzare questo film molto prima di scoprire quel tipo di scuola. Una ricerca non facile perché volevo che esprimesse l’essenza stessa dell’insegnamento e dell’apprendimento, e di questo tipo di scuole in Francia non ce ne sono più molte: poco più di 7000 credo”.

E’ riuscito a cogliere dei momenti molto particolari tra allievo e maestro. Era tutto preparato?
Per realizzare un film di questo tipo, in cui i bambini sono protagonisti, ci si deve far accettare, riuscire ad integrarsi con tanto di attrezzature e cinepresa. Sono riuscito a girare dal primo giorno ma non prima di aver banalizzato tutti gli strumenti di lavoro. Bisogna comunque dire che in un film come questo non si sa mai cosa può succedere. Le lacrime di Nathalie durante il colloquio con il maestro prima della fine della scuola, o quelle di Olivier mentre parla della malattia del padre non erano programmate, io stesso in corso di montaggio mi sono chiesto se tagliare o meno quelle scene. Ma parlare di una scuola di quel tipo vuol anche dire raccontare la vita intima dei suoi protagonisti”.

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