Decreto window, prioritaria l’uscita in sala per i film italiani
- No all’uscita day-and-date. 105 giorni il tempo previsto perché l'opera audiovisiva possa essere ammessa ai benefici che la legge riconosce ai film di produzione nazionale
Il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli ha firmato ieri un decreto che fissa nuove modalità di window: i film italiani potranno essere offerti sulle varie piattaforme solo dopo essere stati distribuiti nelle sale. “E’ importante assicurare che chi gestisce una sala cinematografica sia tranquillo nel programmare dei film senza che questi siano disponibili in contemporanea su altre piattaforme e quindi poter sfruttare appieno l’investimento nel migliorare le sale e renderle sempre più in grado di dare un’esperienza unica”.
Il decreto attuativo della legge sul cinema (la 220 del 2016) stabilisce in 105 giorni il tempo previsto perché l'opera audiovisiva possa essere ammessa ai benefici che la legge riconosce ai film italiani (tax credit). I termini sono ridotti a dieci giorni se l'opera è programmata solo per tre giorni (o meno) feriali, con esclusione del venerdì, sabato e domenica. Di 60 giorni se l'opera è programmata in meno di ottanta schermi e dopo i primi ventuno giorni di programmazione, avendo ottenuto un numero di spettatori inferiori a 50mila. La riduzione, poi, è ammessa solo se nel periodo di programmazione non è stata fatta attività di lancio e promozione sulla successiva disponibilità dell'opera attraverso fornitori di servizi di media audiovisivi.
In pratica il decreto non fa che stabilire per legge ciò che fino ad oggi è stata una prassi consolidata, ma messa in discussione a settembre dall’uscita day-and-date di un film italiano prodotto da Netflix, Sulla mia pelle [+leggi anche:
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scheda film], in contemporanea in sala e sulla piattaforma streaming nordamericana. Le associazioni degli esercenti aveva fermamente contestato questa modalità. Oggi l’ANEM (Associazione Nazionale Esercenti Multiplex) esprime soddisfazione: “Un ottimo provvedimento che sancisce la centralità della sala cinematografica”, dice il presidente Carlo Bernaschi, “e permette ai film che non hanno una struttura per competere con il mercato di avere una finestra ridotta”. E aggiunge: “Penso che anche Uci e The Space che, per policy internazionali, sono legati ai 105 giorni per tutti i film che escono, non avranno obiezioni perché i film che non raggiungono determinate presenze non rientrano nelle loro programmazioni”.
Per l'Anac, l'associazione degli autori, “con la firma del decreto che stabilisce che i film dovranno essere prioritariamente proiettati nelle sale, sembra esserci la volontà di porre regole precise in nome di un sistema che si basa, coerentemente con l’architettura della legge, sulla centralità della sala”. Secondo l’Anac vanno valutati gli effetti sulla frequentazione in sala, ma il fatto nuovo è che con una legge si affermi il ruolo prioritario della visione su grande schermo. “Con questa norma l’Italia non arriva ancora ad eguagliare il sistema che vige in Francia ma si avvicina alle altre legislazione europee".
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