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FILM / RECENSIONI

Lines of Wellington

di 

- Destini incrociati nel Portogallo in guerra del 19mo secolo per Valeria Sarmiento, che ha presentato alla Mostra di Venezia 2012 il suo dramma storico

La versione cinematografica – ridotta a 150 minuti rispetto alla miniserie in 3 parti che dura 20 minuti in più – di Lines of Wellington [+leggi anche:
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è l’opera a cui stava lavorando Raúl Ruiz al momento della sua morte. Il produttore portoghese Paulo Branco e la regista Valeria Sarmiento, moglie del cineasta cileno, si sono impossessati del suo lavoro preparatorio per realizzare il film presentato in concorso alla 69a Mostra di Venezia. Lines of Wellington (As Linhas de Torres Vedras, titolo della versione televisiva) è prodotto con un 35% di budget portoghese e un 75% di finanziamenti francesi, nonostante il fatto che proprio questi ultimi non siano presentati sotto una luce favorevole, nelle loro uniformi da invasori rozzi, crudeli e violenti.

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Dal contesto violento, questo dramma epico ambientato nel Portogallo del 19mo secolo racconta del momento in cui le truppe di Napoleone, guidate dal Generale Massena (Melvil Poupaud, attore di Raúl Ruiz sin dall’infanzia), sono respinte dall’esercito portoghese alleatosi coi soldati inglesi del Generale Wellington (John Malkovich, che utilizza la sua presenza sullo schermo per apportare un tocco di leggerezza umoristica). La strategia di Wellington consiste nel battere in ritirata per condurre l’invasore contro una linea di alte fortificazioni erette ai confini di Lisbona. Questa vittoria si conquisterà, ma a caro prezzo, con numerose vittime tra tutti gli strati della popolazione; il film di Sarmiento racconta una serie di storie correlate, mettendo in scena un’antologia molto varia di personaggi stremati dalla forza degli eventi.

Scegliendo uno stile di regia appartenente alla vecchia scuola, Valeria Sarmiento rafforza la dimensione solenne di un’opera che è sia un omaggio –dimostrato dalla presenza di numerosi attori quali Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Mathieu Amalric, Michel Piccoli, Chiara Mastroianni, etc. – sia una testimonianza storica direttamente raccolta a livello umano. Non si pone pertanto l’accento sulle grandi figure in battaglia incarnate da John Malkovich e Melvil Poupaud. Il film non si sofferma – finale compreso- su scene di grandi battaglie esplosive. Piuttosto, la telecamera inquadra i piccoli protagonisti del conflitto o le vittime. La sceneggiatura di Carlos Saboga premia così il personaggio interpretato da Carloto Cotta (Tabu [+leggi anche:
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), un soldato ferito in guerra che ritrova i suoi compagni d’armi. Tra questi, un agricoltore diventato combattente per il suo paese, il carismatico Nuno Lopes (Sangue Do Meu Sangue [+leggi anche:
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), è l’eroe del segmento più approfondito della pellicola.

Lines de Wellington si sviluppa tra le sue architetture narrative senza sacrificare la fluidità di un’opera che avrebbe potuto facilmente avviarsi a una durata fuori norma. Il merito di tutto questo va riconosciuto alla regista: Valeria Sarmiento ha realizzato un film che le appartiene, ispirato alle numerose conversazioni avute col marito prima della sua morte.

Il risultato è un’opera matura, ben composta e credibile da un punto di vista storico. Non si trattava di realizzare un film alla Raúl Ruiz, quanto piuttosto di identificare tra una lunga serie di registi che hanno omaggiato il maestro cileno il frutto del loro lavoro.

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(Tradotto dal francese)

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