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Jean-Michel Cousteau, Jean-Jacques Mantello • Registi

“Dobbiamo prenderci cura di quel sistema di supporto vitale che è l’oceano"

di 

- Cineuropa ha incontrato Jean-Michel Cousteau e Jean-Jacques Mantello, registi di Wonders of the Sea, proiettato oggi ai Deauville Green Awards

Jean-Michel Cousteau, Jean-Jacques Mantello  • Registi
(© Birgit Heidsiek)

Nel documentario Wonders of the Sea [+leggi anche:
trailer
intervista: Jean-Michel Cousteau, Jean…
scheda film
]
, l’esploratore di oceani e ambientalista Jean-Michel Cousteau e il coregista Jean-Jacques Mantello ci mostrano un mondo sottomarino che non avevamo mai visto prima. Dalle Fiji alle Bahamas, hanno girato il film in 3D e 4K, ad alta velocità e con obiettivi macro. Dopo la sua première mondiale a Cannes, Wonders of the Sea apre la sesta edizione dei Deauville Green Awards, in partenza oggi.

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Cineuropa: Come è riuscito a filmare questo sconvolgente mondo sottomarino?
Jean-Michel Cousteau: Con le tecnologie moderne siamo in grado di mostrare al pubblico cose che, anche dopo i miei 72 anni di immersion subacquee, io stesso non sono in grado di vedere a occhio nudo. Abbiamo girato in slow motion, avvicinandoci a dettagli microscopici per poi riportare tutto sul grande schermo. Ogni volta, dovevamo rivedere il girato in un piccolo schermo, sulla barca, e se il materiale non era buono, ritornare a immergerci. Avevamo bisogno di un treppiedi e delle luci, quindi ci è voluto un bel po’ di tempo e abbiamo dovuto essere molto pazienti. Con noi c’erano anche due scienziati con il compito di ricercare creature interessanti e che poi dircii dove dirigerci. Ci siamo dati molto da fare.

Cosa l’ha entusiasmata di questo progetto?
JMC: Dopo 72 anni di immersion, è stupefacente per me vedere le cose in 3D sul grande schermo, cose che non potrei vedere in acqua a occhio nudo. Portare questo all’attenzione del pubblico è un privilegio che posso permettermi grazie a mio padre e grazie alle tecnologie oggi disponibili. Mio padre, Jacques Cousteau, diceva “le persone proteggono le cose che amano”, ed io continuo dicendo “come puoi proteggere una cosa, se non la conosci?”. Abbiamo esplorato forse il 5%, il 6% o il 7% dell’oceano, in acque poco profonde, ma non sappiamo niente delle centinaia di migliaia di specie che non abbiamo ancora mai visto. Ora possiamo andare sempre più in profondità, alla scoperta di specie mai viste prima, e questo è molto stimolante.

Che profondità raggiunge durante le sue immersioni?
JMC:
Il film è stato girato a poco più di 30 metri di profondità. Ma voglio ritornare e restare più a lungo; a questo proposito, ho un equipaggiamento che mi permette di scendere a 300 metri in cinque minuti. Posso stare dieci ore laggiù, e posso muovere le mani e prelevare campioni. Ho una telecamera ad alta definizione sulla testa e delle luci a LED. Muovendo la gamba destra posso andare avanti, indietro, a destra e a sinistra. Con la sinistra posso scendere e salire. Posso regolare l’aria e assicurarmi che sia buona. Infine, posso risalire in superficie in cinque minuti, perché sono protetto dalla pressione.

In Australia, la Grande barriera corallina sta subendo un massiccio processo di sbiancamento. Pensa che il pubblico possa comprendere l’urgenza di proteggere le barriere?
JMC: Penso che ci siano sempre più persone che se ne rendono conto. Quello che dobbiamo fare è far capire ai governanti e all’industria quanto siamo connessi all’ambiente e quanto dipendiamo da esso. È importante istruirli, raggiungere i loro cuori, le loro famiglie, i loro figli. Dobbiamo aiutarli a comprendere la responsabilità del futuro. Dobbiamo mantenere l’oceano in salute, e questo richiederà il contributo di molti nel creare nuove tecnologie che catturino gli agenti chimici e i metalli pesanti prima che finiscano nell’oceano. Questa necessità creerà milioni di posti di lavoro in tutto il pianeta. Dobbiamo prenderci cura di quel sistema d supporto vitale che è l’oceano. Se vogliamo fare un paragone col mondo della finanza, il pianeta è il capitale e noi stiamo abusando del sistema e stiamo andando verso la bancarotta. 

Wonders of the Sea è un film istruttivo?
Jean-Jacques Mantello:
Il film è destinato alle famiglie. Molti film sull’ambiente sono troppo scioccanti per i bambini, quindi abbiamo deciso di fare un film per ragazzi; per farli innamorare dell’oceano e di quelle piccole creature, nella speranza che nasca in loro la voglia di proteggerle.

Quanto si sente ottimista nei confronti del futuro?
JMC: Sta a noi la scelta. Siamo l’unica specie sul pianeta che ha il privilegio di scegliere se scomparire o no; nessun’altra specie può farlo. La natura c’era da molto prima che comparissimo come specie, e può continuare ad esistere anche senza di noi. Molte persone dopo che avranno visto Wonders of the Sea si chiederanno “Cosa posso fare per questa situazione?”. Ed è proprio questo il nostro obiettivo.

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(Tradotto dall'inglese)

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