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Guillaume Malandrin • Regista

Ça m'est égal si demain n'arrive pas

di 

- Produrre, dirigere, sperimentare

Incontro al festival Premiers Plans di Angers con Guillaume Malandrin, che ha presentato il suo primo lungometragio Ça m'est égal si demain n'arrive pas fuori concorso, nella sezione "Figures libres" (leggi la news) prima di andare al Festival di Rotterdam nella sezione "Cinema of the Future". In questo momento sta preparando la produzione di un altro film, Où est la main de l'homme sans tête ? [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
con Cécile de France e Ulrich Tukur, film col quale era andato l’anno scorso al Cinémart di Rotterdam (leggi la news).

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Cineuropa : Come è arrivato al cinema?
Guillaume Malandrin : Sono entrato all'INSAS per il mio interesse per la fotografia. Dalla fotograia sono passato all’immagine, poi mi sono interessato di sceneggiatura e regia. Ma quest’ultima non è stata la mia prima scelta. E’ arrivata per piccoli passi. Avevo voglia di raccontare le mie storie.

Ha anche fondato una sua società di produzione.
Ho incontrato Vincent Tavier che all’epoca lavorava per C'est arrivé près de chez vous come sceneggiatore e regista. Con Vincent, abbiamo fondato una società, Todo Films, e realizzato un documentario insieme. Vincent si è presto impegnato nella produzione con i cortometraggi di Fabrice Du Welz (Quand on est amoureux, c'est merveilleux); Martine Doyen (Pâques aux Tisons), gli episodi di Monsier Mannatane (una serie di sketchs di Benoît Poelvoorde). Io mi occupavo più dell’aspetto pratico delle produzioni.

E’ allora che è passato alla regia?
Sì, ha realizzato dei corti e ho anche scritto per gli altri. Il mio primo corto, Qui déménage ?, è un film scolastico. Ho realizzato il secondo, Bonjour con l'AJC (Atelier Jeunes Cinéastes) e l’ultimo, Raconte con La Parti Production, la nostra nuova struttura.

Bonjour è una allusione al film di Ozu
Sì, ma è uguale solamente il titolo (ride). E’ un film molto colorato e solare. Ma non ha niente a che vedere con lo spirito e la semplicità di Ozu.

Quali sono i suoi modelli cinematografici?
Sono un cinefilo, quindi amo tutto il cinema. Prendete tutto ciò che volete: Kubrick, Ozu, Delvaux, Truffaut... Una volta mi sono divertito a fare la lista dei miei dieci film preferiti e sono riuscito a fare tre liste di 300 film (ride)!

Come è nato Ca m'est égal... ? Dopo aver proposto l’idea a Jacky Lambert (protagonista del film e cosceneggiatore insieme a Stéphane Malandrin, fratello del regista), lo abbiamo scritto molto rapidamente, se la memoria non mi inganna. Poi siamo andati una settimana nel Lot (regione francese) per dei sopralluoghi e lì abbiamo finito la storia. Il film è stato girato in due settimane, in DV, con un’équipe leggera di nove persone.

Perché si è lanciato in questa impresa mentre preparava un altro film?
Volevo provare una esperienza all’opposto di quella che stavo realizzando: una storia molto lineare, molto semplice, frontale, dove non succede granché. E’ un film senza humour, un po’ piatto, con personaggi piuttosto antipatici. Non è un film, che nel suo rapporto con lo spettatore vuole essere seducente.

E’ contento di tornare a Rotterdam?
Sì, molto. Essere andato al Cinémart l’anno scorso per Où est la main... e tornarci ques’anno mi dà una sensazione di continuità. Mi piace.

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