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Soeren Senn • Regista

Triangoli d’amore e immigrazione

di 

Soeren Senn, nato nel 1969 in Svizzera, ha studiato letteratura, scienza e filosofia a Berlino, Dort e Parigi, prima di passare all’Accademia di cinema Konrad Wolf di Potsdam, dal 1999 al 2005. KussKuss (t.i. Your Happiness Depends on Me) è il suo lavoro di fine studi, dopo alcuni cortometraggi e documentari scrtti per lui (come Ein Abend für Dora e Bruder Jakob nel 2003) e delle borse di studio (a Weimar, nella città svizzera di Chur, ecc...). KussKuss è la storia di una coppia moderna modello che nel voler fare bene si mette in pericolo. Katja la lavoratrice e Hendrik l’intellettuale incontrano in effetti Saida, immigrata clandestina di origine algerina per la quale accettano di organizzare un matrimonio di convenienza con Hendrik, facendo scattare così un meccanismo senza controllo. KussKuss ha ricevuto il premio Babelsberg Media 2005 come miglior film di fine studi.

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Cineuropa: come è nata l’idea di combinare un triangolo amoroso con dei temi più pesanti come l’esilio e l’immigrazione?
Soeren Senn: In questo momento in Germania, questi temi (permesso di soggiorno, società multietnica, integrazione...) sono d’attualità nella politica e nei media. Detto questo, la maggior parte delle persone qui non si confronta col quotidiano. E’ proprio questo che mi interessa: dove si incontano la vita privata e la politica? Come possono delle questioni politiche prendere una dimensione psicologica? In altri termini: qual è la fonte emotiva dei problemi politici?

Lei dice che ha scritto i ruoli per gli attori; con che criterio ha fatto il casting?
I tre attori principali provengono da ambienti completamente diversi. Per Saida, cercavamo un’attrice maghrebina. Abbiamo cercato in Francia ma è stato difficile collaborare con le agenzie francesi perché KussKuss era solo un progetto per studenti, senza risorse finanziarie. Ho avuto molta fortuna con Saida Jawad che ha trovato il coraggio di fare una prova e di venire a Berlino per due mesi!
Per il ruolo di Katja, la dottoressa, avevo in mente Carina Wiese già prima di scrivere la sceneggiatura. Sapevo che sarebbe stata perfetta nei panni di questo personaggio impegnato.
Per Axel Schrick, idem. Sapevo che si trattava di un intellettuale molto ironico che si prestava bene al ruolo di Hendrik.

Nel corso del film, Saida subisce una metamorfosi impressionante, e pur diventando sempre più bella resta impenetrabile; è difficile quindi stabilire se è una persona gentile oppure no. E’ un po’ il caso di tutti i personaggi che si sentono tutti molto soli.
I sentimenti mescolati mi interessano molto, perché credo che nella vita reale, la maggior parte del tempo, tutte le emozioni sono strettamente intrecciate. Talvolta, non capiamo più se amiamo qualcuno per quello che è o per quello che ci attendiamo da lui. Succede questo a Saida, ma tutti i personaggi restano "impenetrabili". Hanno tutti dei conflitti interiori e difficoltà a comunicare.

Ha dei modelli cinematografici?
Per questo progetto abbiamo giocato con la leggerezza del cinema francese (per evitare rimandi alla grave profondità delle opere tedesche...), ma mi sono anche ispirato a dei racconti psicologici del cinema danese.

Qual è il suo prossimo progetto?
Lavoro su diversi progetti in Germania e in Svizzera. Sviluppo delle sceneggiature con altri. Spero di fare presto un secondo lungometraggio. Sto anche lavorando a un documentario molto personale sulla religione.

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