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CONVEGNI Italia

Il gusto dell’Europa

di 

- Distribuzione e promozione si sono incontrate a Roma, alla ricerca di una nuova e affermata identità europea

“Oggi ci siamo accorti che i problemi di distribuzione e promozione delle varie cinematografie sono comuni a tutti”. Esprime soddisfazione Angelo Barbagallo, presidente dell’API, l’associazione degli Autori e PRoduttori indipendenti, da poco entrata a far parte dell’AGIS (Associazione Generale Italiana per lo Spettacolo), a conclusione de “Il gusto degli altri”, convegno internazionale sulla circolazione dei film europei in Europa. Per Barbagallo è stata dunque “una riunione importante, anche perché non è stato speso tempo prezioso a cercare delle soluzioni per entrare nel mercato americano".
Sottolineando l’importanza di una maggiore collaborazione tra Paesi, l’incontro ha evidenziato una comune aspirazione ad un decisivo miglioramento nazionale della circolazione dei film europei e, portando sotto i riflettori le diverse cinematografie, alcune più in salute di altre, ha rilevato la ferma volontà di tutte di affermarsi anche come identità europea.
“Negli anni ’70 l’identità nazionale era decisamente forte – è intervenuto Henning Camre del Danish Film Institute, tra gli invitati del convegno –. Ma le cose oggi sono diverse, siamo di nuovo alla ricerca di una identità alla luce delle sempre cangianti situazioni sociali e politiche. Riflettendo su questo abbiamo però lasciato un vuoto che il cinema americano è stato in grado di colmare, creando un nuovo gusto”.
Davanti ad una ricca platea composta da operatori del settore provenienti dai principali Paesi della Comunità Europea, si è rivelata così, dati alla mano, la situazione abbastanza critica della circolazione transnazionale delle opere. Nel Regno Unito solo il 2 per cento del mercato è coperto da film europei non nazionali, come ha spiegato Paul Brett del British Film Institute, seppur l’aumento di questa percentuale sia uno degli obiettivi principali della nuova strategia dell’Istituto, mentre la situazione spagnola illustrata da Rodrigo Gordillo, rappresentante della Feece (Federacion de Entitades de Empresarios de Cine de España) risulta ben più complessa: “La presenza dei film internazionali è più forte di quella nazionale e alla crescita spropositata di sale di questi ultimi due anni, ne abbiamo all’incirca 3.600, non è invece corrisposto un aumento del pubblico”.
Ma un punto di forza della produzione d’Europa e quindi della sua circolazione sembra esserci. E' quello che ha sostenuto Giorgio Gosetti, direttore di Italia Cinema, agenzia per la promozione del cinema italiano all’estero: “Le difficoltà si possono sempre superare. Una delle caratteristiche dei paesi europei è la possibile qualità delle loro produzioni. Bisogna quindi lavorare per proporre un marchio europeo che sia innanzitutto sinonimo di qualità”.

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