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PRODUZIONE Formazione / Italia

Il TorinoFilmLab compie cinque anni, ma valgono per dieci

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- Per il suo quinto anniversario, il laboratorio torinese, che celebra il suo Meeting Event dal 25 al 27 novembre, si arricchisce di un nuovo programma, Adapt Lab, e sbarca in VoD

Il quinto anniversario non sarebbe di per sé una ricorrenza tanto solenne. Se però, per la strada fatta e i risultati ottenuti, quei cinque anni ne valgono almeno il doppio, il discorso cambia. E' il caso del TorinoFilmLab, fucina internazionale di nuovi talenti che con il suo Meeting Event 2012 (25-27 novembre, durante il Torino Film Festival) celebra il suo quinto anniversario, aggiungendo ai suoi già ricchi programmi di formazione, sviluppo e finanziamento un nuovo arrivato: Adapt Lab, il laboratorio dedicato all'adattamento cinematografico dei libri (leggi la news).

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"Siamo partiti nel 2008 con due programmi", sottolinea la direttrice del TFL Savina Neirotti, "in cinque anni, siamo arrivati a sei. E da quest'anno, grazie alla collaborazione con UniversCiné, abbiamo anche uno spazio tutto nostro su una piattaforma Video on Demand". I film lanciati dal TorinoFilmLab, oltretutto, fanno carriera: sui 20 progetti premiati in cinque anni, 13 sono già usciti nelle sale o entrati in produzione. Tra questi, e per rimanere al solo 2012, Buon anno, Sarajevo [+leggi anche:
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intervista: Aida Begić
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della bosniaca Aida Begic (premio speciale della giuria Un Certain Regard a Cannes), Postcards From the Zoo [+leggi anche:
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(primo film indonesiano in concorso alla Berlinale), l'iraniano A Respectable Family (selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs cannense) e l'argentino Leones (in concorso a Venezia nella sezione Orizzonti).

Guardando al futuro, poi, tanti altri progetti cercano la loro strada. La prima giornata del Meeting Event è stata dedicata alla presentazione delle 11 proposte di FrameWork, il programma riservato ai progetti in sviluppo. Oltre ai sei vincitori di un Development Award l'anno scorso (leggi la news), altri cinque registi si candidano a un premio di produzione del TFL. Più di dieci i paesi rappresentati, per una grande varietà di storie, stili e sguardi sul mondo. Dall'incubo di una donna che ama un serial killer (Beast dell'inglese Michael Pierce) a quello di un adolescente trascinato in una spirale di violenza (War dello svizzero Simon Jaquemet), passando per il malinconico racconto di fantasmi della francese Christelle Lheureux (Le vent des ombres) e i moderni indiani d'America dell'iraniano Babak Jalali (Land, produce Ginevra Elkann, della famiglia Agnelli).

Il pitch più curioso, quello dello svedese Jonas Selberg Augustsen. Il suo The Garbage Helicopter racconta di due fratelli e una sorella che attraversano la Svezia per riportare un vecchio orologio da muro alla loro nonna. Un road movie che si preannuncia minimalista, in bianco e nero, con atmosfere alla Jim Jarmush, e vista la simpatia del suo autore, anche molto divertente.

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