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CANNES 2002 Regard

Il cinema ha i minuti contati

di 

- Kaurismaki, Erice, Wenders, Herzog, Kaige, Lee, Jarmusch: sette corti sul tempo che scorre in Ten minute older

Sono state le «Lezioni americane» di Italo Calvino a ispirare Ten minutes older-The trumpet, sezione Un certain Regard. In particolare una frase: «Il tempo in una storia non richiede tempo». Il film, sette mediometraggi diretti da altrettanti cineasti (il finlandese Aki Kaurismaki, lo spagnolo Victor Erice, i due tedeschi Wim Wenders e Werner Herzog, il cinese Chen Kaige e i due americani Spike Lee e Jim Jarmusch) è una coproduzione europea nata dalla mente del produttore britannico Nicolas McClintock. A lui si sono associati subito Ulrich Felsberg, produttore di tutti i film di Wim Wenders, e Nigel Thomas, fondatore dell´inglese Matador Pictures. «È previsto uno screening a New York per luglio, poi l´uscita autunnale in sala, il passaggio televisivo e la creazione del DVD» fa sapere McClintock. Ma il progetto «tempo» non finisce qui. Se il pubblico gradirà, verranno realizzati altri corti, ognuno da un regista diverso, fino a comporre un totale di tre lungometraggi. «Già stiamo girando la seconda serie, The cello, realizzata da Bernardo Bertolucci, Claire Denis, Mike Figgis, Michael Radford, Istvan Szabo e altri», preannuncia McClintock. E continua: «Ci sono pochi cineasti donne, purtroppo, ma quelle che fanno questo mestiere erano tutte impegnate». Il produttore, che sta lavorando al progetto da sei anni, ha precisato il concetto di tempo: «L´idea era di imporre un limite di dieci minuti, con un budget abbastanza fisso, da cui ognuno doveva trarre il suo film». Sottolinea Victor Erice: «Il tempo di cui io parlo, non è quello cronologico, al quale più spesso si fa riferimento, ma quello del sentimento. O meglio il sentimento del tempo». Jarmusch aggiunge: «Di questo progetto mi è piaciuta la sua contraddizione. Da una parte c´era il limite di dieci minuti, dall´altra il tema il tempo, di per sé fluido e impalpabile». E Wim Wenders: «Mentre giravamo, nessuno sapeva nulla del lavoro dell´altro».

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