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CANNES 2015 Chiusura

La glace et le ciel per un’edizione 2015 dai tanti segnali

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- CANNES 2015: Messaggi e principali insegnamenti del più importante festival cinematografico del mondo, nel riflesso dell’arte e dell’industria

La glace et le ciel per un’edizione 2015 dai tanti segnali
La glace et le ciel di Luc Jacquet

Aprendo la sua 68ma edizione con un film sociale (La Tête haute [+leggi anche:
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intervista: Emmanuelle Bercot
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) su una gioventù perduta cui bisogna tendere la mano, e chiudendo domani sera con il documentario ecologico La glace et le ciel [+leggi anche:
trailer
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di Luc Jacquet che lancia l’allarme sulle pesanti minacce che gravano sul nostro pianeta, e accompagnando ufficialmente la nuova iniziativa Women in Motion con dei "talks" destinati e valorizzare il contributo delle donne nella settima arte (conIsabelle Huppert, Isabella Rossellini, Claire Denis, Sylvie Pialat, Rebecca Zlotowski, Claudie Ossard e Salma Hayek tra le partecipanti, e premi onorifici perJane Fonda, Olivia de Havilland e Megan Ellison), ilFestival di Cannes ha inviato un messaggio molto chiaro: non c’è solo il glamour nella vita e la Croisette deve svolgere anche un ruolo civile, offrendo visibilità e una cassa di risonanza a importanti temi sociali.

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C’è chi potrebbe sospettarvi un modo per mettersi la coscienza a posto nel momento in cui tappeto rosso e star vanno a stridere con la crisi economica che vivono numerosi paesi, ma in realtà fa onore al festival l’aver azzardato queste scelte (che non mancavano comunque della qualità cinematografica indispensabile) facendo il contropelo ai professionisti di un’industria che punta solo su glamour e grandi nomi per attirare il massimo dell’attenzione mediatica.

Mentre il Marché du Film, secondo il parere generale, ha generato un buon volume d’affari in un clima positivo, la vetrina più esposta del festival, la competizione ufficiale, si è rivelata globalmente di ottima qualità, anche se le aspettative dei critici sono spesso smisurate ("il capolavoro o niente!") e i giudizi piuttosto lapidari nel contesto altamente radioattivo della corsa alla Palma d’Oro. Il rinnovamento ha pertanto pagato con la conferma di talenti come il grecoYorgos Lanthimos e il norvegese Joachim Trier, e la folgorante rivelazione dell'unghereseLászló Nemes. Con maestri come Nanni Moretti e Hou Hsiao Hsien in forma smagliante, e con Todd Haynes, Paolo Sorrentino, Jia Zhangke, Jacques Audiard e Hirokazu Kore-eda autori di film di alto livello (nonostante le riserve possibili e le discussioni appassionate sulla Croisette), la competizione ha avuto una base molto solida in cui anche Stéphane Brizé e Guillaume Nicloux (fra gli altri) hanno avuto il loro posto. Al di là di qualche delusione (un classico cannense, con digrignamento di denti dei critici e puntuale tiro al bersaglio sui selezionatori), due soli punti deboli sono da segnalare: la presenza forse eccessiva di cinque film francesi in competizione e la chiara difficoltà nel trovare opere indipendenti americane di qualità. Quanto al sapere chi vincerà domenica, i giochi sono più che aperti. 

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(Tradotto dal francese)

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