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INDUSTRIA Televisione / Belgio

Il Forum del Cinema Europeo fa scalo a Bruxelles per parlare dell’arte di scrivere le serie

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- In occasione della terza edizione del Festival Are You Series? organizzato dal Bozar, il Forum del Cinema Europeo ha riunito numerosi esperti europei in scrittura di serie televisive

Il Forum del Cinema Europeo fa scalo a Bruxelles per parlare dell’arte di scrivere le serie
Il Forum del Cinema Europeo, questa settimana a Bruxelles

Il Forum del Cinema Europeo, creato dalla Commissione Europea nel 2014, ha per scopo quello di offrire uno spazio di dialogo strutturato tra i rappresentanti della Commissione e i professionisti dell’audiovisivo europeo. Dalla sua creazione il Forum si è occupato di numerose questioni e ha approfittato del festival Are You Series? per offrire degli spunti di riflessioni sul modo in cui i creatori europei hanno investito nel campo delle serie televisive per sviluppare contenuti creativi potenti e innovativi.

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Nella sua introduzione, Lucía Recalde, a capo dell’unità MEDIA alla DG Educazione e Cultura della Commissione, ha insistito sul modo in cui da qualche anno, gli autori europei, e in particolare i messaggeri della nuova finzione scandinava, hanno ampiamente dato prova delle loro capacità di produrre storie di grande qualità, capaci di raggiungere un vasto pubblico su scala internazionale e non più solo locale. Si sta assistendo a una nuova era d’oro della produzione televisiva, anche se le cose sono in continua evoluzione sia a livello della creazione che della diffusione. In questi tempi complessi in cui c’è bisogno più che mai di storie, la televisione ha saputo conservare la sua capacità di re-contestualizzare il mondo e la società, di promuovere la diversità culturale e di raggiungere un vasto pubblico. Molte squadre di serie televisive presenti al Forum hanno potuto spiegare che la chiave del loro successo dipende sicuramente dalla loro capacità di adattarsi alla ricchezza della creatività europea e alle metodologie sviluppate negli Stati Uniti che hanno dato prova delle loro capacità e in particolare quella della scrittura in squadra.

Il Bozar e il Forum del Cinema Europeo hanno riunito un gruppo in cui si è condivisa l’esperienza in materia, composto da Alex Berger (Le Bureau des Légendes [+leggi anche:
intervista: Frédéric Lavigne
scheda series
]
, FR), Clive Bradley (Trapped, UK), Ben Harris (The Paradise, Transporter, UK), Carl Joos (Cordon, BE) e Karianne Lund (Occupied, NO). Tutti hanno sottolineato il ruolo catalizzatore creativo che potevano rappresentare le writers’ rooms, anche se l’indipendenza resta spesso uno dei motori dei sceneggiatori. Oltre a stimolare la creatività, la writers’ room stimola anche l’efficacia, che è lontano dall’essere trascurabile quando si tenta di creare show che appaiono sullo schermo ogni anno.

La scrittura collettiva permette spesso una definizione dei punti chiave della trama e del carattere dei personaggi, permettendo di risparmiare tempo prezioso, ma anche di saltare versioni della sceneggiatura e in particolare la prima, quella in cui lo sceneggiatore va incontro a vicoli ciechi narrativi, prima di poterli identificare. Nonostante le virtù accertate, la scrittura collettiva è comunque lungi dall’essere una caratteristica scontata, questo per una ragione meramente materiale, il denaro, che resta sempre il nodo centrale. Infatti, bloccare sceneggiatori attorno a una serie, soprattutto in via di sviluppo, necessita un investimento finanziario raramente sostenuto dai canali o dalle istituzioni e dunque difficile da affrontare per le società di produzione. Infine, le discussioni tra sceneggiatori e produttori presenti hanno dimostrato che la scrittura collettiva, lungi dall’essere un indebolimento della creatività, è uno strumento prezioso, una forma creativa che, nonostante i suoi limiti e se fatta in un clima di fiducia, arricchisce e rinforza il progetto.

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(Tradotto dal francese)

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