CANNES 2005 Concorso Ufficiale
Batalla en el cielo, scandalo in terra
E' un messicano quest'anno a creare scandalo e dividere la platea del Concorso con il suo film. Il 34enne Carlos Reygadas, che aveva già colpito per la sua radicalità nel 2002 con Japón (vincitore di una menzione speciale della giuria della Camera d'Or), firma con il suo secondo lungometraggio, Battle in Heaven [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Carlos Reygadas
intervista: Jean Labadie
scheda film] una storia dura e scabrosa, divisa tra carnalità e spiritualità, realismo e sogno. Risultato: quasi 8 minuti di applausi e molte accuse (tra cui quella di essere blasfemo). "Il paradiso è il luogo delle anime e dei corpi", si difende il regista. "E' dove accadono le cose migliori. L'amore, anche fisico, è tra queste".
Girato in Messico, tra mille difficoltà, con un budget di 1,66 milioni di euro, il film è stato fortemente voluto dal produttore francese Philippe Bober e da altri paesi europei: produttore è infatti la francese Société Parisienne de Production con No Dream, Mantarraya e Mackey (Messico), Essential Filmproduktion (Germania), una coproduzione di Arte (100mila euro) e una minoritaria belga con Tarantula e la Communauté francaise.
"Anche la postproduzione è stata effettuata in Europa", spiega Reygadas, che ha raccontato degli immensi ostacoli incontrati durante le riprese sulla cima del vulcano Ajusco, nell'affollatissima metropolitana di Città del Messico, l'aeroporto, basi militari e la basilica di Guadalupe. "Ma quello che mi piace nel fare un film è condividere le emozioni del lavoro con tanta gente, senza imporsi".
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