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3. Punti di forza e soluzioni future

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Se il motore finanziario perde colpi, il cinema francese ha le capacità per superare questo momento difficile.
L'aumento delle coproduzioni internazionali, prevalentemente europee è il primo segnale positivo.

Nel 2002, gli investimenti stranieri nella produzione francese sono stati di 182,47 milioni di euro (+3,4 per cento). Ma l’elemento più positivo è l'aumento del 30 per cento su 79,84 milioni d'euro di questi contributi stranieri per i soli film d'iniziativa francese. Nel 2002 sono stati realizzati 94 film in coproduzione con partner stranieri contro i 78 del 2001. E ilfenomeno è valido nei due sensi, anche gli investimenti francesi nelle coproduzioni internazionali sono in rialzo: più di 265 milioni di euro nel 2002 contro i 197 milioni del 2001. L'Europa gioca la parte del leone e il Belgio rimane il partner preferito con la coproduzione di 15 film di iniziativa francese. In forte rialzo, le coproduzioni con il Regno Unito (10 lungometraggi) e la Germania (9 lungometraggi): tendenza che conferma l'efficacia delle cooperazioni rafforzate tra i diversi organismi pubblici del cinema europeo e dei sistemi di sostegno messi in piedi. L'Italia e la Svizzera rimangono molto legate con rispettivamente 9 e 6 coproduzioni. Invece, dal 1998 al 2002, la Spagna ha visto scendere le sue coproduzioni con la Francia da 16 a 3.

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Gli operatori del settore hanno reagito positivamente a questa apertura internazionale. Che desta tuttavia delle preoccupazioni circa la delocalizzazione delle riprese. Nel 2002, gli studio francesi hanno mantenuto la rotta, ma le riprese esterne girate all'estero sono aumentate del 18 per cento. Il basso costo della mano d'opera e la qualità degli studio dell'Europa Centrale e dell'Est (Ungheria, Repubblica Ceca) attraggono sempre di più, così come gli sgravi fiscali dei fondi proposti dai Landers tedeschi, il "sale and lease-back" inglese, le detrazioni irlandesi oppure la tax-shelter lussemburghese che presto sarà anche adottata in Belgio. In Francia il costo di una giornata di studio è superiore del 20 per cento a quello di una giornata nel Regno Unito.
Il secondo motore di finanziamento da utilizzare per ridare carburante al cinema francese si basa sull’aumento programmato dell’imposta sul settore d'edizione video in rialzo grazie ai DVD. Si avrebbero dai 30 ai 40 milioni di euro in più sul conto di sostegno gestito dal CNC, il quale ripartisce i guadagni per garantire il finanziamento dei film francesi. Una boccata d'ossigeno quando l'investimento privato del cinema via Soficas (importanti sostegni fiscali al cinema francese) diminuisce, quando i crediti bancari si riducono e quando il contributo finanziario delle regioni rimane ancora marginale.

La terza risorsa del futuro viene dai finanziamenti stanziati dagli undici canali del cinema via cavo e via satellite. Riuniti nel bouquet TPS Cinéma e Ciné Cinéma che spenderanno circa 40 milioni di euro ogni anno per il pre acquisto di film, un importo destinato a crescere con l'aumento degli abbonati.

Per mantenere forte la posizione del cinema francese in Europa, tutti gli operatori del settore si sono uniti. E il Ministro alla Cultura, Jean-Jacques Aillagon, dovrebbe rendere note ad aprile le misure adottate per salvaguardare l'equilibrio del finanziamento. Gli effetti di questi provvedimenti in favore del cinema si potranno vedere nei prossimi anni.

Fabien Lemercier

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