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VENEZIA 2005 Concorso

L’intransigenza degli Amants Réguliers

di 

Fedele al suo mito di erede incorruttibile della Nouvelle Vague, il cineasta francese Philippe Garrel ha consegnato questa mattina con Les Amants réguliers [+leggi anche:
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, proiettato in Concorso, una dimostrazione senza concessioni del suo ideale cinematografico. Bianco e nero, ripresa unica, girata secondo la cronologia dello script, piani fissi che non arretrano davanti a nessun limite di tempo per un’opera di 178 minuti che onora l’estetica e pietrifica l’impazienza. Ponendosi ad un livello altissimo sul piano della qualità formale, con le sue inquadrature scolpite e i suoi chiaro-scuri meravigliosamente controllati dal suo direttore della fotografia, il celebre William Lubtchansky, Les Amants réguliers riesce ad imporre agli spettatori il suo ritmo rallentato che si armonizza con la distorsione temporale indotta dalle droghe assunte dai protagonisti. Poiché, come sempre in Garrel, che conta oltre 20 lungometraggi al suo attivo, la storia evoca l’idealismo, l’arte, l’attrazione per la rivoluzione e le conseguenze del rifiuto dell’ordine sociale. Interpretato con sobrietà da Louis Garrel (The Dreamers- I Sognatori [+leggi anche:
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), figlio del cineasta, a fianco di Clotilde Hesme e di un seducente Mathieu Genet, Les Amants réguliers rappresenta un ritorno all’origine della posizione irriducibile dell’eterno ribelle: gli eventi del maggio del 1968.

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Composto da quattro parti, il film prende avvio da "Le Speranze di fuoc"», la fuga del giovane poeta François (Louis Garrel) che rifiuta di svolgere il servizio militare, e il suo coinvolgimento sulle barricate nelle notti degli incendi e le fughe-rincorse con i CRS che terminano sui tetti parigini. Seguono "Le speranze germogliate" e la vita in una sorta di comune in un appartamento, un mondo che viene dimenticato nell’oppio, nell’arte e nell’amore libero, tentando di annegare nella vita zingara la disillusione di una rivoluzione mancata. Il terzo capitolo battezzato: « Gli echi di inamertume » vede questo gruppo dissolversi a causa della partenza del ricco proprietario (Mathieu Genet). François vuole ugualmente fuggire con la donna che ama (Clotilde Hesme). Un epilogo, "Il sonno dei giusti", inserirà nella storia la morte del poeta le cui illusioni non sopravvivranno che nell’immaginario. Questa sceneggiatura, firmata dal regista e dai sui abituali compagni Marc Chodolenko e Arlette Langmann, riesce a creare uno spazio autonomo per ciascun personaggio, e a offrire una visione assai realistica degli attivisti del 68 e del loro smarrimento. Tuttavia, il "tocco Garrel", che gli è già valso un Leone d’Argento a Venezia (J’entends plus la guitare – 1991), conferisce all’insieme uno stile che rifiuta radicalmente di sedurre il pubblico con facili mezzi, e che ha diviso la stampa internazionale.

Prodotto da Gilles Sandoz per Maïa Films e da Pierre Chevalier per Arte France, Les Amants réguliers è venduto all’estero da Films Distribution e uscirà sugli schermi francesi il 26 ottobre (Distribuzione: Ad Vitam).

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(Tradotto dal francese)

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