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FILM Francia

Per un pugno di vespe

di 

- A EuropaCinema il secondo film di Florent Emilio Siri considerato il nuovo Sergio Leone del giovane cinema francese

Un deposito vuoto usato come nascondiglio e uno sciame di killer pronti a sferrare l’attacco senza alcuna esclusione di colpi, possono costituire metafora di quei fortini e di quegli assalti indiani che registi come John Ford e Sergio Leone ci hanno insegnato ad amare? Secondo Florent Emilio Siri, il regista francese di Nido di vespe si. “Mi sono voluto ispirare – ha spiegato Siri - al genere western per il mio film. Ho anche sentito voci che mi paragonano a Sergio Leone. Sono lusingato che mi si voglia mettere accanto a un cineasta che ritengo un vero e proprio maestro. Nido di vespe non è semplicemente un film d’azione. Il racconto si rifà prima di tutto al percorso psicologico dei personaggi. Un retaggio narrativo che proviene proprio dai film western che sapevano trovare un buon equilibrio tra psicologia e azione”.
Presentato quest’anno al festival EuropaCinema nella sezione fuori concorso Nido di vespe racconta la storia di un gruppo di agenti delle forze speciali in missione di scorta a un pezzo grosso della mafia albanese Abedin Nexhep, accusato di essere a capo di una vasta rete di prostituzione a Strasburgo. Durante la segreta quanto pericolosa trasferta dalla prigione al tribunale dei diritti umani dove Nexhep deve essere giudicato, gli agenti subiscono una serie di assalti da parte di killer alle dipendenze del boss e sono costretti a trovare rifugio, con il loro furgone/diligenza supertecnologica, in un deposito di materiale informatico dove si è introdotto anche un gruppo di giovani ladruncoli in cerca del colpo della loro vita. Nel momento di maggior pericolo vengono fuori le loro vere personalità. “Nido di vespe è un film sull’amicizia, sulla solidarietà, proprio come il mio primo film Un minuto di silenzio. La differenza tra i due film sta solo nel loro processo di fabbricazione. Con il secondo ho avuto finalmente i mezzi per esprimermi come volevo”.
Pochi i dialoghi tra i personaggi del film interpretati tra gli altri da Samy Naceri, Nadia Farès, Anisia Uzeyman, Benoît Magimel e Valerio Mastrandrea. Una scelta di stile da parte del regista che insieme a François Tarnoswski ha curato anche la sceneggiatura del film. “Un dialogo ben riuscito – ha concluso Florent Emilio Siri - deve essere informativo, rivelare la psicologia del personaggio e suscitare delle emozioni. Sergio Leone sapeva esprimere tutto ciò in pochissime parole. Ho voluto seguire anche in questo il suo esempio cercando di utilizzare i silenzi e gli sguardi tra i personaggi per conferire forza psicologica alle immagini. Dopo tutto il cinema è fatto proprio di immagini prima che di parole!”.

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