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TORINOFILMLAB 2021

Greta Fornari • Coordinatrice, TFL Funds

“Per noi è importante seguire il percorso dei registi che supportiamo”

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- Abbiamo parlato con la coordinatrice TFL Funds per saperne di più dei fondi elargiti dal TorinoFilmLab per la produzione e la distribuzione di nuovi progetti cinematografici

Greta Fornari • Coordinatrice, TFL Funds
(© Michele d'Ottavio)

Dalla sua nascita, il TorinoFilmLab, il laboratorio torinese di formazione e sviluppo di progetti cinematografici internazionali, quest’anno alla sua 14ma edizione, ha lavorato su oltre 800 progetti, 144 dei quali si sono trasformati in film di successo che hanno girato il mondo. Oltre 40 di questi film hanno ricevuto anche un TFL Fund, ossia un supporto finanziario da parte del lab, per un totale di quasi 2 milioni di euro elargiti. Tra i titoli che hanno beneficiato di questo supporto, Maternal [+leggi anche:
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di Maura Delpero (4 premi a Locarno 2019), Félicité [+leggi anche:
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di Alain Gomis (Gran Premio della giuria alla Berlinale 2017), Litigante [+leggi anche:
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di Franco Lolli (film d’apertura della Semaine de la Critique del 72° Festival di Cannes). Ma in cosa consistono esattamente questi fondi? Lo abbiamo chiesto a Greta Fornari, coordinatrice TFL Funds, in occasione del 14° TFL Meeting Event tenutosi a Torino dal 29 al 1° dicembre.

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Cineuropa: Di cosa parliamo quando parliamo di TFL Funds?
Greta Fornari:
Si tratta di varie possibilità di finanziamento per progetti, che coprono dalla produzione alla distribuzione. Le nostre attività di sostegno si dividono tra quelle supportate dall’Unione europea, alle quali si può concorrere tramite call dedicate che lanciamo nella prima parte dell’anno: nel 2021 abbiamo già assegnato tre premi alla distribuzione (Audience Design Fund) e un premio di supporto alla coproduzione (Co-production Fund); poi ci sono i premi elargiti tramite il TFL al Meeting Event di fine anno, ai progetti del programma FeatureLab, ossia a progetti in fase avanzata di sviluppo.

Quali sono i criteri che vi guidano nell’assegnazione dei fondi?
Le qualità artistiche del progetto sono sempre al primo posto. Ogni fondo ha una commissione diversa, composta da persone che lavorano nel settore: c’è chi viene dalla produzione, chi ha uno sguardo più artistico sui progetti, chi viene dal mondo dei festival. Per noi è anche importante seguire il percorso dei registi che supportiamo. Quest’anno abbiamo assegnato un premio di distribuzione al progetto Whether the Weather is Fine [+leggi anche:
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, che aveva già partecipato nel 2017 a FeatureLab vincendo il premio alla produzione. Il tutto con un occhio al cinema nuovo: negli ultimi anni ci siamo aperti anche al documentario e a linguaggi ibridi. E poi c’è una ricerca territoriale molto ampia, possibile grazie ai fondi supportati dall’Ue, che sono dedicati a coproduzioni internazionali tra paesi europei e paesi extraeuropei: questo ci permette di avere una visione a 360 gradi sul cinema contemporaneo e le sue nuove voci. Quest’anno un Audience Design Fund è andato a un’opera prima che sarà il primo film di una regista donna nicaraguense, una storia tutta al femminile con un team di donne dietro e davanti alla telecamera. La diversità per noi è fondamentale.

Non solo soldi. In accompagnamento ai fondi, il TFL offre anche consulenze e strategie.
Ogni anno, in base al progetto selezionato facciamo un colloquio con il team del film e capiamo di cosa hanno bisogno in quel momento per portare a termine la produzione. Spesso le consulenze sono sullo script, cosa su cui un altro parere è sempre utile, ma non solo. Il Co-production Fund 2021 è andato a un team argentino per il progetto intitolato Puan, che è una commedia. Loro avevano il desiderio specifico di parlare con Maren Ade, la regista di Toni Erdmann [+leggi anche:
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Q&A: Maren Ade
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, per la sua esperienza nel dirigere commedie – il film è oltretutto coprodotto dalla Germania – quindi abbiamo contattato Ade, lei si è resa disponibile e hanno avuto questo confronto su come gestire la direzione di una commedia. L’anno scorso il premio era stato assegnato al nuovo doc di Lucrecia Martel, Chocobar, e le consulenze in quel caso sono state sul marketing e sull’audience design, ossia come preparare il film per condividerlo con il pubblico e come intercettare i pubblici di riferimento; ma abbiamo dato supporto anche sul fronte legale, poiché, essendo una storia vera, c’erano delle questioni che andavano chiarite. Inoltre, stavano cercando di capire come ricostruire alcuni documenti storici, alcune aree geografiche che erano andate perdute: abbiamo trovato un consulente sul fronte VFX che li ha aiutati per completare questo stadio.

Cosa pensate di aggiungere o migliorare per il futuro?
All’inizio i fondi di coproduzione erano legati ai progetti di FeatureLab, per opere prime o seconde; recentemente abbiamo deciso di espandere le possibilità creando una call for application per registi più esperti. In futuro probabilmente amplieremo queste possibilità, cercheremo di dare più spazio alla call per supportare non uno ma due progetti e apriremo anche lì a registi emergenti, perché vediamo che c’è molta richiesta, soprattutto sul fronte delle coproduzioni internazionali, il che indica anche in quale direzione va il mercato: la coproduzione internazionale allarga le possibilità di distribuzione.

I progetti vincitori dei fondi 2021 saranno presentati nel prosieguo digitale del TFL Meeting Event, dal 6 al 10 dicembre. Come si svolgerà?
Abbiamo deciso di dedicare spazio anche ai film che hanno vinto i fondi 2021, poiché sono progetti che sono stati selezionati negli ultimi mesi e non hanno ancora avuto occasione di incontrare il mercato. L’evento è accessibile ai decision maker che parteciperanno al Meeting Event digitale, il formato è quello delle interviste, con clip che contengono le anteprime di due film vincitori dell’Audience Design Fund: Daughter of Rage di Laura Baumeister, il film nicaraguense di cui si parlava prima, e Bastard di Pepe Rovano, un documentario cileno coprodotto con l’Italia: due film che ci aspettiamo faranno faville nei festival del 2022.

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