Lo Zurich Film Festival svela la sua programmazione che da largo spazio alle paillettes di Hollywood
- Dal 23 settembre al 3 ottobre Zurigo ritroverà il suo festival, al contempo grande pubblico e rivolto al cinema d’autore

Arrivato alla sua diciassettesima edizione, lo Zurich Film Festival conferma, attraverso la sua programmazione, essere “una buona miscela fra film mainstream intelligenti e scoperte cinematografiche”, come sottolineato dal suo direttore artistico Christian Jungen. Accanto a rinomati nomi del panorama cinematografico mondiale come Wes Anderson (The French Dispatch [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film]), Jane Campion (The Power of the Dog [+leggi anche:
recensione
scheda film]) o Todd Haynes (The Velvet Underground) e ad un intrigante focus sul giovane cinema tunisino, ritroviamo infatti film più consensuali e d’impatto come l’attesissimo No Time to Die di Cary Joji Fukunaga, ultima avventura di James Bond con Daniel Craig o il thriller hollywoodiano The Card Counter [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film] di Paul Schrader. Di fatto, il suo festival punta quest’anno sul glamour hollywoodiano assegnando il suo Golden Icon Award a Sharon Stone.
I film presentati quest’anno nei vari concorsi: Competizione finzione, documentari e Projecteurs sono 164, provenienti da 53 paesi. Fra questi ritroviamo 25 Premières mondiali o internazionali e cinque prime europee. Il festival non disdegna certo i giovani talenti dando spazio a ben 38 opere prime. Queste evolveranno mano nella mano con numerose e prestigiose produzioni che hanno già avuto l’occasione di essere presentate in festival di spicco e che saranno raggruppate nella sezione Première Gala. Oltre ai già citati film, il festival propone quest’anno anche altri attesi lungometraggi quali È stata la mano di Dio [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Paolo Sorrentino
scheda film] di Paolo Sorrentino, Spencer [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film] del cileno Pablo Larraín che ha come protagonista Kristen Stewart, A Hero [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Asghar Farhadi
scheda film] di Asghar Farhadi o il primo film dell’attrice Maggie Gyllenhaal The Lost Daughter [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film]. Attesi anche l’ultimo film del regista tedesco Florian Gallenberger It’s Just a Phase, Honey [+leggi anche:
trailer
scheda film] che sarà presentato in prima mondiale nella sezione Première Gala e il thriller del regista svizzero Michael Steiner And Tomorrow We Will Be Dead [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Michael Steiner
scheda film] che sarà il film d’apertura di questa diciassettesima edizione.
Sono 38 i film in lizza per l’Occhio d’oro nelle tre sezioni competitive. In quella dedicata ai film di finzione, numerose sono le produzioni europee: il terzo film del regista italiano Jonas Carpignano A Chiara [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Jonas Carpignano
scheda film], un dramma sulla mafia raccontato attraverso i ricordi di una diciottenne, il norvegese Ninjababy [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Kristine Kujath Thorp
intervista: Yngvild Sve Flikke
scheda film] di Yngvild Sve Flikke dove le immagini “reali” coabitano con i disegni della protagonista del film, il francese Petite nature [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Samuel Theis
scheda film] di Samuel Theis che mette in scena il quotidiano di un bambino fuori dal comune, il huit-clos gastronomico del britannico Philip Barantini Boiling Point [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Philip Barantini
scheda film], Lamb [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Valdimar Jóhannsson
scheda film] primo sorprendente film dell’islandese Valdimar Jóhannson, Miracle [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Bogdan George Apetri
scheda film] di Bogdan George Apetri, un dramma dalle tinte noir firmato da uno dei rappresentanti della “nuova scuola rumena” e Silent Land [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Aga Woszczyńska
scheda film], primo film della giovane regista polacca Aga Woszczyńska. La cinematografia europea è anche ben rappresentata nella Competizione documentari grazie al danese From the Wild Sea [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Robin Petré
scheda film], dialogo poetico fra uomo e animale della regista Robin Petré, a La panthère des neiges [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Marie Amiguet e Vincent Mu…
scheda film] di Marie Amiguet e Vincent Munier, anche lui interessato al mondo animale in tutto il suo splendore, allo svedese Sabaya [+leggi anche:
recensione
intervista: Hogir Hirori
scheda film] di Hogir Hirori la cui storia si ripete tragicamente ancora e ancora, al toccante Soy libre [+leggi anche:
trailer
scheda film] della regista francese Laure Portier che da voce a suo fratello e al suo bisogno di libertà, a The Real Charlie Chaplin [+leggi anche:
intervista: Peter Middleton e James Sp…
scheda film] di Peter Middleton e James Spinney, presentato in prima europea, al colorito All-In [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film] di Volkan Üce e President [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Camilla Nielsson
scheda film] di Camilla Nielsson fra gli altri.
Dulcis in fundo, la cinematografia svizzera brillerà quest’anno grazie a 22 film fra i quali le prime mondiali di Momentum [+leggi anche:
recensione
scheda film] dell’“enfant prodige” del cinema rossocrociato Edwin Charmillot, quella di Youth Topia [+leggi anche:
recensione
intervista: Dennis Stormer, Marisa Meier
scheda film] di Dennis Stormer e di Love Will Come Later [+leggi anche:
recensione
intervista: Julia Furer
scheda film] di Julia Furer, primi film di due giovani registi. Tutti e tre faranno parte della competizione Projecteurs. Attesi anche i due ritratti di personaggi importanti della scena culturale svizzera Adolf Muschg – der Andere [+leggi anche:
recensione
scheda film] di Erich Schmid e Harald Naegeli-Der Sprayer von Zürich di Nathalie David, entrambi presentati nella sezione Special Screenings insieme al documentario collettivo Les nouvelles Eves [+leggi anche:
recensione
scheda film] di Camille Budin, Annie Gisler, Jela Hasler, Thaïs Odermatt, Wendy Pillonel e Anna Thommen, tutti in prima mondiale.
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.