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SOLETTA 2022

Recensione: Loving Highsmith

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- Basato sui diari e sugli appunti di Patricia Highsmith, nonché sulle testimonianze toccanti di amici, amanti e famigliari, il documentario di Eva Vitija tocca nel profondo

Recensione: Loving Highsmith

Scelto come film d’apertura della 57esima edizione delle Giornate di Soletta, Loving Highsmith di Eva Vitija mette in scena con coraggio e una salutare (e necessaria) dose di provocazione la vita complessa, torturata ma sempre impregnata d’amore (nel senso più universale e profondo del termine) di una scrittrice, Patricia Highsmith, che è diventata con il passare degli anni un modello di libertà e di lotta contro le discriminazioni di una società soffocante e bigotta.

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Grazie ad un lavoro accurato e appassionato sui documenti conservati nell’Archivio svizzero di letteratura (Highsmith ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in Ticino) e sulle preziosissime testimonianze di quanti.e.x hanno avuto la fortuna di incontrare e amare Patricia Highsmith, Eva Vitija svela attraverso la sua cinepresa un lato decisamente meno noto della scrittrice americana: quello legato alla sua ricerca affannosa e vitale d’amore, di condivisione fisica ed emotiva con quel qualcuno che spesso non riusciva ad accettarla in tutta la sua sconcertante ed affascinante complessità. Patricia Highsmith è stata un’amante seriale questo è certo ma anche e soprattutto un’artista che ha sfidato le convenzioni di una società eteronormativa patriarcale che concepiva le "donne" solo ed esclusivamente come mogli e madri, docili e prevedibili compagne di vita prive di volontà propria. Malgrado una famiglia texana, protestante e sudista, Highsmith non ha mai ceduto alla "facilità" di una vita basata sulle convenzioni, sulla salvaguardia di una facciata grottesca basata sulle menzogne. La sua passione, per la scrittura ma anche e soprattutto per la vita in tutta la sua struggente diversità e complessità (Highsmith è stata un’avida viaggiatrice), l’hanno spinta lontana dal suo Texas natale alla ricerca del suo essere profondo. Highsmith non ha mai interpretato nessun ruolo di genere (binario), la sua identità è sempre stata volutamente ambigua e sfuggente, malleabile e in costante mutazione come direbbe Paul B. Preciado. Il suo essere sfuggiva agli altri ma anche a sé stessa, un magma che ribolliva sotto pelle, indomito e crepitante. Con il suo ultimo film, Eva Vitija è riuscita a cogliere e rendere tangibili le innumerevoli sfaccettature di un essere in lotta costante con i propri demoni ma anche e soprattutto con una società che concepiva la diversità come pericolosa anomalia invece che come forza creativa.

Malgrado Highsmith sia stata forzata a vivere una doppia vita nascondendo al grande pubblico e alla sua famiglia le sue innumerevoli e intense relazioni, l’amore è sempre stato il motore e il tema centrale del suo universo artistico. La voce fuori campo di Gwendoline Christie (Game of Thrones) accompagna il pubblico nell’universo di Highsmith ricostruito grazie a documenti d’archivio, foto inedite e testimonianze intense e toccanti di sincerità di quante.i.x l’hanno conosciuta, amata e venerata. Loving Highsmith è anche e soprattutto un bellissimo omaggio all’amore tra donne, all’identità lesbica (per riprendere le parole di Monique Wittig) e alle lotte di quante.i.x hanno vissuto sulla propria pelle la violenza di una società che le riteneva "persone non grate". Toccanti e coraggiose da questo punto di vista le testimonianze di Marijane Maeker, Monique Buffet e Tabea Blumenschein, amanti e amiche di Highsmith.

L’ultimo lavoro di Eva Vitija è un viaggio proteiforme, intenso ed emozionante nell’universo artistico e umano di una delle scrittrici più affascinanti del panorama letterario mondiale. Un universo fatto di ossessioni, segreti e passione, un universo volutamente complesso nel quale l’ambiguità diventa forza e non più debolezza.

Loving Highsmith è prodotto da Ensemble Film (Zurigo), Lichtblick Film- und Fernsehproduktion (Colonia), ZDF/Arte, RSI (Radio televisione svizzera) e SRF (Schweizer Radio und Fernsehen). I diritti mondiali appartengono a Autlook Filmsales (Vienna).

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