Recensione: Fratello e sorella
- CANNES 2022: Arnaud Desplechin smuove le acque torbide di un profondo e violento odio fraterno radicato nel tempo e cerca un modo per ripulire l'acquario familiare dalle tenebre

A destra, Alice (Marion Cotillard), la celebrità del teatro, capace di inanellare singhiozzi e sorrisi senza che nessuno sappia dove sia la verità, che chiede del gin la mattina e conosce a memoria i bugiardini degli ansiolitici, antidepressivi e altri neurolettici che ingoia se necessario in dosi irragionevoli, urlando improvvisamente al farmacista: "che ne sai di me, cosa sopporto"? A sinistra, Louis (Melvil Poupaud), lo scrittore emarginato, sempre arrabbiato, sprezzante della mediocrità, amante dell'oppio, che mescola con violenza orgoglio e autoironia, ed è ossessionato dalla scomparsa del suo bambino cinque anni prima.
Risalendo con Fratello e sorella [+leggi anche:
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scheda film], presentato in concorso al 75° Festival di Cannes, sul ring del terreno crudele, pieno di amore-odio, della famiglia Vuillard (figure archetipiche che sono tornate sotto diverse maschere nel corso di molti dei suoi film, tra cui Racconto di Natale [+leggi anche:
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scheda film]), Arnaud Desplechin monta un suo cavallo di battaglia ("ti fa amare i morti") in cui i personaggi sono così profondamente immersi nel loro cattivo karma che finiscono per crogiolarsi in esso per fermare la sofferenza, alimentando di proposito il fuoco dell'odio.
"Non ho niente in comune con te, voglio che tu vada in prigione, che non esca mai più, che sia punito per il tuo orgoglio". Incapaci di ignorare l'accumulo incistato di reciproche lamentele, Louis e Alice hanno adottato la soluzione di allontanarsi: non si parlano da anni e lei si rifiuta di incontrarlo. Va detto che quando il caso o la necessità li ha portati in presenza l'uno dell'altro durante il decennio precedente, hanno immediatamente provocato tali scintille di malvagità e esplosioni così spettacolari in ambienti altamente raffinati che il resto della famiglia e degli amici ora evita con molta attenzione di metterli nelle condizioni di doversi affrontare. Ma un evento del tutto imprevedibile, un terribile incidente stradale di cui sono vittime i genitori, li metterà ancora faccia a faccia...
Cercando di aprire la porta bloccata dell'odio e dell'incomunicabilità che impregna tutta la sua cinematografia, Arnaud Desplechin offre ruoli velenosi di prim'ordine ai suoi due straordinari protagonisti e tesse una rete narrativa molto controllata, alimentata da flashback e salutari fughe in cui i due "nemici" si spiano a distanza (evidentemente si amavano troppo ed erano divorati dalla gelosia, con un profumo incestuoso indescrivibile che aleggiava anche in lontananza) alimentando il loro temprato odio reciproco. Ma se il film si tiene perfettamente nella sua implacabile oscurità, i segnali della sua volontà di uscire alla luce sono più artificiali e tutte le meccaniche liberatorie alla fine ne risentono. Come se per il regista francese non fosse nella sua natura voler fare a meno di mappa e bussola e buttare tutto in mare.
Prodotto da Why Not Productions in coproduzione con Arte France Cinéma, Fratello e sorella è venduto da Wild Bunch International.
(Tradotto dal francese)
Photogallery 21/05/2022: Cannes 2022 - Brother and Sister
36 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.



© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it
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