email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2022 Concorso

Recensione: Monica

di 

- VENEZIA 2022: Il terzo film di Andrea Pallaoro non coinvolge, basandosi fin troppo sui non detti e optando per un ritmo soporifero

Recensione: Monica
Trace Lysette e Patricia Clarkson in Monica

Andrea Pallaoro torna per la seconda volta in concorso alla Mostra di Venezia con il suo terzo lungometraggio, intitolato Monica [+leggi anche:
trailer
intervista: Andrea Pallaoro
scheda film
]
. Dopo Medeas [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
e Hannah [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
, il regista nativo di Trento completa la sua trilogia al femminile con la storia di Monica (interpretata da Trace Lysette), una donna transgender che torna in Ohio per far visita a sua madre, ormai malata terminale (Patricia Clarkson). Veniamo a sapere che molti anni prima la donna ha lasciato l’Ohio per Los Angeles, interrompendo ogni rapporto con la madre e con suo fratello Paul (Joshua Close). Inoltre, intuiamo che Monica è una donna che ha sofferto molto, cercando l’amore e non riuscendo mai ad allacciare legami affettivi sani.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Il problema principale che affligge il film di Pallaoro è il ritmo: tutto avviene in maniera estremamente dilatata, creando poche aspettative nello spettatore e basandosi fin troppo sul meccanismo del non detto. Per esempio, capiamo che la transizione di Monica non è stata accettata dalla famiglia, in particolare dalla madre. Sì, ma perché? Quando e come è accaduto? Che ruolo ha avuto il padre in tutto questo? Inoltre, intuiamo che per Monica con l’amante (o fidanzato?) Jimmy, le cose sono andate storte. Ma cosa è successo esattamente? Che cosa li ha portati alla loro rottura? Oppure, ancora, vedremo in una sola scena Monica lavorare come camgirl. Cosa l’ha portata a fare questo lavoro? Che tipo di vita ha fatto e fa Monica a Los Angeles?

Ci potrebbero essere valide risposte a questi interrogativi, ma il film non c’illumina, lasciandoci brancolare nel buio. Possiamo solo fare congetture, rischiando di vivere un’esperienza cinematografica frustrante e priva d’empatia. In generale, è necessario innamorarsi di un personaggio – o quantomeno esserne incuriositi – per convincere il pubblico a seguirne le peripezie per un’ora e quaranta con un livello sufficiente di attenzione. In questo caso, Monica non ci conquista e non ci dà risposte. Assistiamo soltanto al suo forte sentimento di rassegnazione e voglia di fuggire dalle proprie responsabilità.

Alcune scene, inoltre, sembrano semplicemente allungare il brodo, come ad esempio quella che ritrae la protagonista ballare da sola in camera la vecchia hit Dragostea din teï di Haiducii. Anche l’intera sequenza ambientata al bar manca d’incisività e direzione nell’economia generale del film. Nello specifico, qui Monica si presenta ad un appuntamento ma l’uomo non si fa vivo. Dopo uno sfogo al telefono nei suoi confronti, Monica decide di avere un rapporto con un camionista che l’ha approcciata poco prima nel locale. Il loro incontro è poi seguito da un altro sfogo isterico poiché la donna resta bloccata con l’auto in panne in una strada isolata, nel cuore della notte.

Anche le scene di nudo mancano della giusta grazia ed eleganza necessarie per raccontare una storia così drammatica, non rendendo affatto giustizia né al personaggio, né all’interprete.

Risulta incomprensibile anche la scelta di schiacciare l’immagine in un formato 4:3, il quale finisce talvolta per rovinare la composizione dell’inquadratura e non aggiunge nulla di significativo alla narrazione.

Le interpretazioni, in generale, sono poco ispirate. Gran parte del lavoro d’attore è impostato su un tono sussurrato e monocorde, talvolta sfociante nel manierismo, specialmente quando i personaggi non parlano. Ne è un chiaro esempio la scena in cui Monica aiuta la madre a farsi il bagno e segue un lungo osservarsi e accarezzarsi, ricco di patetismo.

La presenza dei figli di Joshua prova ad aggiungere una nota di candore e leggerezza, ma è troppo poco per salvare il prodotto. Anche il finale arriva scarico, molto retorico e posticcio.

Monica è una produzione firmata dalle società italiane Propaganda Italia (Italia), Fenix Entertainment (Italia), RAI Cinema, e le statunitensi Varient Pictures, Solo Five Productions, Melograno Films ed Alacran Pictures. La distribuzione italiana è affidata a I Wonder, mentre le vendite estere sono gestite dall’americana The Exchange.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 03/09/2022: Venezia 2022 - Monica

24 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Andrea Pallaoro, Patricia Clarkson, Trace Lysette, Joshua Close, Bobby Easley
© 2022 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy